Roma, 5 maggio – Otto punti, preceduti da una premessa altrettanto importante, che potrebbero ridisegnare completamente il settore farmaceutico italiano.
Sono quelli che costituiscono l’ossatura della proposta di nuova governance “disegnata” dalle Regioni nel documento che dovrà a breve passare le forche caudine del confronto al tavolo della farmaceutica. Dove – visti i contenuti della proposta e gli altri protagonisti del tavolo, alcuni dei quali non fanno mistero di traguardare altre soluzioni – si può scommettere con assoluta certezza di vincere che il confronto sarà a dir poco durissimo.
Ad anticipare il documento delle Regioni in assoluta anteprima è, ancora una volta, un articolo di Roberto Turno su Sanità24 pubblicato nella mattinata di oggi, che opportunamente ripropone anche i pdf sia del documento delle Regioni, sia di una sua sintesi.
più avanti la sintesi, negli stessi termini proposti da Turno, che correttamente parte dall’introduzione della proposta, che rappresenta l’architrave che sostiene l’intera costruzione ipotizzata dalle Regioni per una nuova governance di settore, partendo dalla ridefinizione degli attuali tetti di spesa.
Per “riportare la spesa farmaceutica entro i limiti di compatibilità dell’attuale finanziamento del Fsn oltre alla tempestiva risoluzione del contenzioso che vede le regioni, per il triennio 2013-2015 creditrici nei confronti della filiera del farmaco di oltre 1,6 mld, che, nel periodo potrebbero essere state utilmente destinate alla erogazione delle prestazioni assistenziali ai cittadini” si legge nel documento “occorre ridefinire nuovi tetti di spesa ed adottare misure strutturali, tali da liberare risorse per far fronte ai nuovi bisogni assistenziali in campo farmaceutico».
A questa indicazione che è a un tempo di merito e di metodo, seguono gli otto punti citati in premessa. Li riproponiamo così come Turno li ha appena pubblicati su Sanità24, sottolineando non solo la paternità, ma anche la chiarezza della sua sintesi:
- Introduzione della procedura di contrattazione prezzo/volume per quelle categorie di farmaci (P/V) soggette ad ampliamento delle indicazioni di registrazione, a fenomeni di combo therapy o al prolungamento delle terapie per stabilizzazione del paziente;
- Rivisitazione dei registri Aifa con particolare riferimento alla ridefinizione di “risultato terapeutico”e alla “fruibilità” da parte delle regioni dei dati clinici ivi contenuti;
- Adozione di criteri scientifici per l’attribuzione e la revisione del requisito dell’innovatività terapeutica e la ridefinizione dei prezzi dei farmaci sulla base di tale attribuzione;
- Interventi sulle “liste di trasparenza Aifa” tesi a limitare la differenza di prezzo a carico del cittadino fra il prodotto brand e il prezzo di riferimento del farmaco equivalente al fine di ridurre sensibilmente la spesa a carico del cittadino che nell’anno 2015 ha superato 1 miliardo di euro.
- Azioni tese a favorire la intercambiabilità dei farmaci biosimilari con i corrispondenti originator;
- Introduzione, nel mercato farmaceutico, come avviene in tutti gli altri settori, compreso l’ambito sanitario, di elementi di concorrenzialità fra le aziende produttrici attraverso la determinazione dei prezzi con procedure selettive ad evidenza pubblica nonché attraverso la individuazione, da parte di Aifa, su tutte le categorie di farmaci, l’esistenza dell’equivalenza terapeutica totale, parziale o assenza di equivalenza in modo tale da poter consentire alle regioni l’espletamento di gare in equivalenza terapeutica.
- Revisione della delibera Cipe 3/2001 (Individuazione dei criteri per la contrattazione del prezzo dei farmaci) tesa a implementazione dei dossier con studi di costo-efficacia (Cea) e studi di impatto sul budget (Bia, della documentazione sui costi evitabili ,maggior flessibilità da parte di Aifa sulla ricontrattazione)
- Revisione della normativa relativa ai farmaci classificati come Cnn e ai farmaci inseriti negli elenchi della legge 648/1996.
Turno però non manca di accendere un riflettore su altri contenuti nel documento in extenso delle Regioni, come ad esempio i due tetti separati di farmaceutica convenzionata territoriale e di non convenzionata, inclusi i farmaci acquistati dalle cliniche private in convenzione e i farmaci C a uso esclusivo ospedaliero.
Sommati ai contenuti degli otto punti (la procedura prezzo/volume, per cui più un prodotto vende più si abbassa il prezzo; i registri Aifa; nuovi criteri per misurare in modo più congruo l’effettiva di innovatività dei farmaci, guardando al modello tedesco; la revisione delle “liste di trasparenza; la sostituibilità automatica dei biosimilari con gli originator; dosi massicce di concorrenza nel mondo del pharma; la revisione della delibera Cipe del 2001 sui criteri per l’individuazione dei prezzi dei farmaci) fanno tanta roba. Proprio tanta.
“Una rivoluzione”, la definisce icasticamente Turno. E in effetti lo sarebbe, se solo le proposte dei governatori oggetto dello scoop realizzato oggi da Sanità24 trovassero attuazione.
Ma prima devono essere discusse con il Governo al tavolo della farmaceutica. E – è il caso di ripeterlo – sarà una discussione tutt’altro che facile. Poco ma sicuro.