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venerdì 14 Febbraio 2025
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Scaccabarozzi: “Farmaci, nuova governance dal 2017 o non si arriva da nessuna parte”

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Roma, 15 giugno – “Il tavolo sulla farmaceutica, mi riferisco a quello in piedi da qualche anno, la soluzione di nuova governance del settore l’aveva già  trovata. Mi riferisco alla proposta presentata dall’allora viceministro e oggi ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda. Era un’ipotesi  che, derivando da quel tavolo, ha visto la partecipazione di tutti: Regioni, Aifa, Economia, Salute, Sviluppo economico, associazioni di categoria, aziende. Non vedo perché non si debba procedere. Il tavolo  ha dato, ora bisogna rendere operativa quella proposta in tempi brevi: abbiamo già perso il 2015 e quasi tutto il 2016. Mi auguro che per il  2017 la situazione non sia ancora stagnante”.

Così Massimo Scaccabarozzi (nella foto), presidente di  Farmindustria, a margine del  convegno sull’innovazione sostenibile tenutosi ieri a Roma, ha spiegato all’agenzia AdnKronos

“La proposta fu presentata a San Francisco durante un meeting Jp  Morgan – ha ricordato Scaccabarozzi – quando Calenda fece un incontro con tutte le industrie, con il partenariato americano. Si è  prospettata questa nuova governance dicendo che la spesa farmaceutica  territoriale doveva essere mantenuta perché sotto controllo e che sull’ospedaliera si poteva cominciare a spostare al di fuori dal tetto programmato un paio di categorie di farmaci, che sono ben identificate e strettamente monitorate dall’Aifa, con una spesa assolutamente  controllata, per metterle all’interno di una valutazione di health  technology assessment ospedaliero.”

“Spesso questi farmaci fanno  risparmiare su altre voci di spesa o, perlomeno in ospedale, ormai il  medicinale è parte integrante di una cura allargata e non può essere considerato un silos” ha detto ancora il presidente delle aziende del farmaco. “L’idea era di provare con un paio di aree  terapeutiche e di vedere come andava a noi l’idea era piaciuta,  perché quando si fanno test pilota si può vedere concretamente se è il caso di estendere l’esperimento. Io mi auguro che la proposta venga ritirata fuori e portata avanti. Ci vuole una governance completamente nuova, altrimenti non andiamo da nessuna parte.”

Intervenendo al convegno di ieri,  Scaccabarozzi, ha anche voluto sottolineare come, nonostante i nuovi farmaci rappresentino un passaggio “dall’età del bronzo all’età dell’oro”, sia molto forte il rischio che non venga loro riconosciuto il giusto peso e valore, anche in termini di benefici economici complessivi prodotti sul sistema sanitario. E, al riguardo, non ha rinunciato a una notazione ironica (e polemica), osservando come gli eredi delle star della musica ricevano anche dopo decenni le royalties per i diritti d’autore sui brani musicali, “mentre sui farmaci dobbiamo accontentarci di otto anni e basta”.

Ancora più velenosa la chiusura, dedicata all’esecrato sistema di pay back, che le industrie chiedono da tempo di rottamare: Scaccabarozzi ha infatti ricordato che “c’è in pista un miliardo di pay back: diamolo ai malati di epatite C. A chi va quel miliardo?”

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