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sabato 20 Aprile 2024
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Sanità, nella classifica europea dei consumatori Italia solo 22a (su 37)

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Roma, 31 gennaio – Non sono davvero buone notizie, quelle che arrivano dalla presentazione dell’Euro Health Consumer Index  (Ehaci), avvenuta ieri a Bruxelles alla presenza del commissario europeo per la salute, Vytenis Andriukaities.

L’indice, nato nel 2006 su iniziativa del centro indipendente svedese Health Consumer Powerhouse, stila una graduatoria dello “stato di salute” dei sistemi sanitari dei Paesi europei, elaborando dati ufficiali dal punto di vista degli utenti/consumatori.
I Paesi oggetto di valutazione sono 37 (la Scozia è considerata autonomamente, avendo un sistema sanitario diverso da quello del Regno Unito) e vengono valutati sulla base di diversi indicatori: in totale, sono 47, raggruppati in sei aree  (diritti del paziente e informazione, accesso a cure e prestazioni, risultati dei trattamenti, gamma dei servizi, prevenzione, farmaci), a ciascuno dei quali viene attribuito un punteggio, fino a un massimo possibile di 1000.

A guidare la classifica è l’Olanda, che con 898 punti conferma il primato dello scorso anno, seguita da Svizzera, Norvegia, Finlandia e Danimarca.

L’Italia, con i 648 punti raggranellati quest’anno, si attesta in  22a posizione, nella metà inferiore della classifica, dietro a Paesi come Portogallo, Slovenia, Croazia, Spagna, Macedonia e Irlanda.

L’indice europeo registra, come dato generale, un calo (sia pure lieve)  della spesa sanitaria in molti Paesi. Nonostante ciò, spiega il direttore della ricerca Arne Bjornberg (nella foto), “le prestazioni complessive nell’ambito della sanità continuano a migliorare”.

Nel 2006, il primo Ehci assegnava un punteggio superiore a 800 a un solo Paese, soglia che nel 2014 è stata superata da ben nove sistemi sanitari. A non salire è la sanità italiana che – anzi – è arretrata rispetto al primo rilevamenti  dell’Euro health consumer index, che la collocava in 11a posizione.

Per quanto al nostro Paese vengano riconosciute alcune eccellenze, l’indice non fa sconti sulle criticità, a partire dalla “attuale regionalizzazione della sanità pubblica,  che minaccia di allargare il divario fra Nord e Sud, rendendo talvolta difficile stabilire la media italiana”.
I curatori dell’Ehci sono però scettici sulla possibilità di interventi di riforma in grado di “sanare”  in tempi brevi la situazione: “Attendersi grandi riforme, che appaiono estremamente incerte, significherebbe prendersi in giro”  ha affermato Bjornberg, “Sembra più probabile attuare misure specifiche, come una forte svolta nella prevenzione antifumo, dato che quest’ultimo è una delle cause degli scarsi risultati dei trattamenti. L’eccessivo consumo di antibiotici va a braccetto con l’elevato livello di gravi infezioni ospedaliere: si tratta di una correlazione pericolosa, che andrebbe affrontata”.

Altro tema è critico per la sanità italiana, secondo Ehci, è l’assistenza a lungo termine della popolazione che invecchia: l’indice rileva  infatti “un’abissale mancanza di preparazione”,  collocando l’Italia, per questa voce, allo stesso livello di Romania e Grecia.  “Ma ancora una volta” annota Bjornberg “non sembra esservi alcuna volontà politica di attuare azioni risolutive”.
Da questa pagina del sito di Health Consumer Powerhouse è possibile scaricare tutti i documenti relativi all’Euro health consumer index, dal  report (formato pdf) fino al comunicato stampa ufficiale, che riporta la classifica finale complessiva della rilevazione.

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