Roma, 14 giugno – Alla scadenza del termine (fissato alle 16 di ieri) sono risultati circa 400 gli emendamenti presentati alla Commissioni Finanze e Attività produttive per modificare il testo del ddl 3012 B, ovvero la legge annuale sulla concorrenza. Lo riferisce un lancio dell’agenzia Ansa.
Le proposte correttive – che oggi dovrebbero essere ordinate e distribuite ai componenti delle due Commissioni, fatto che renderà possibile conoscerle più in dettaglio – per essere ammesse dovranno essere riferite, a termini di regolamento, soltanto a quegli articoli del ddl modificati dal Senato in seconda lettura. Che in verità sono molti: basti pensare che il provvedimento licenziato dalla Camera a ottobre 2015 constava di 32 articoli, quello licenziato dal Senato 52.
Esiste, in ogni caso, la volontà dichiarata da un ampio e trasversale ventaglio di parlamentari, di procedere molto velocemente all’esame degli emendamenti e rispettare il termine del 26 giugno già previsto dal calendario per lo “sbarco” in Aula del provvedimento. Rassicurazioni in questo senso sono venute, intanto, dai due relatori Pd del provvedimento, Silvia Fregolent (nella foto) e Andrea Martella.
Ma che l’orientamento prevalente sia quello di procedere velocemente verso l’approvazione in terza lettura del ddl 3012 B è risultato evidente dalle dichiarazioni di molti rappresentanti degli schieramenti politici, a partire da quelle del leader del fronte “pro-fiducia” Andrea Mazziotti, presidente della Commissione Affari costituzionali della Camera, che aveva rivolto un appello a Matteo Renzi e Angelino Alfano, leader dei principali partiti della maggioranza, “perché chiedano ai rispettivi gruppi parlamentari di non presentare alcun emendamento. Il Governo ponga la fiducia, questa legge va chiusa rapidamente e non solo per gli impegni presi con l’Europa nel Piano nazionale riforme“.
A rassicurarlo, almeno per Ap, è intervenuto il presidente del Gruppo Maurizio Lupi, per il quale “riaprire la discussione vuol dire affossare il testo” e favorevole dunque a una sua rapida approvazione, pur nella consapevolezza che “il provvedimento è perfettibile”. Sulla stessa posizione i colleghi di partito Paolo Tancredi, capogruppo Ap in Commissione Bilancio, e Raffaello Vignali. Il primo, dopo aver ricordato che il Parlamento discute del ddl Concorrenza ormai da anni, ha posto una domanda semplice e diretta: “Visto che molti continuano a sottolineare l’urgenza e l’improcrastinabilità di queste misure, perché il governo non pone la fiducia?”
Vignali ha anch’egli evidenziato la necessità di approvare subito la legge, sconfiggendo “la tentazione di affossare il testo che circola in una certa parte politica” e onorando così l’impegno assunto al riguardo davanti alla Ue già un anno fa. Per il parlamentare Ap, inoltre, approvare il ddl Concorrenza equivale anche a “dare un segnale concreto alle imprese: per questo chiediamo al Governo di porre la fiducia sul testo del ddl già approvato in Senato. Ne va della nostra credibilità con il mondo delle imprese e della credibilità dell’Italia in Europa“.
Anche Adriana Galgano, deputata di Civici e innovatori come Mazziotti, pur esprimendo molte riserve sul ddl, ritenuto insufficiente “soprattutto nelle norme relative alle farmacie”, ne ha sollecitato l’approvazione il prima possibile: “Proprio per questo non ho presentato emendamenti” ha affermato la deputata, non mancando di fare un cenno a una questione sulla quale è stata sempre schierata in prima fila, quella della liberalizzazione dei farmaci di fascia C: “Perché questo e altri provvedimenti vengano introdotti, è evidente la necessità che il ddl acquisti cadenza annuale” ha detto Galgano al riguardo.
Un coro sostanzialmente unanime con l’invito a fare presto, insomma: se, come sostenuto da Vignali, esiste “la tentazione di affossare il testo”, nessuno è uscito allo scoperto per darle voce, et pour cause: difficile ipotizzare che qualcuno voglia pubblicamente intestarsi la responsabilità di un eventuale flop della prima legge annuale sulla concorrenza, dopo un iter parlamentare di più di due anni. In ogni caso, l’esame e la discussione degli emendamenti davanti alle Commissioni comincerà la prossima settimana. E lì si vedrà subito l’aria che tira e se davvero esiste una volontà diffusa di portare a compimento la terza lettura del provvedimento. Al termine della quale, non è inutile rammentarlo, ce ne sarà una quarta in Senato.