Roma, 14 marzo – “Non era difficile prevedere che il divieto per le aziende produttrici da gas di riempire bombole di proprietà delle farmacie avrebbe portato gravi problemi di approvvigionamento dell’ossigeno terapeutico a livello territoriale. Il provvedimento non aveva alcun senso logico e le ripetute proroghe alla data di entrata in vigore avevano fatto sperare per un ravvedimento che, alla fine, non c’è stato”.
È il commento, comprensibilmente sconsolato, che l’Utifar, l’Unione tecnica dei farmacisti italiani, riserva alle situazioni di difficoltà che si stanno registrando nel Paese nella fornitura dell’ossigeno terapeutico, soltanto a un mese di distanza dall’entrata in vigore del provvedimento che ha vietato, tra le altre misure, il riempimento delle bombole di proprietà delle farmacie di comunità.
Per la società professionale, trovano purtroppo conferma la preoccupazione che Utifar aveva ripetutamente avanzato in passato attraverso articoli e segnalazioni istituzionali: i fornitori non sono in grado di garantire alle farmacie il giusto numero di bombole.
“Il paradosso è che nei magazzini delle farmacie le bombole ci sono, ma non possono essere riempite” osserva Utifar in un comunicato stampa diffuso nella mattinata di oggi. “Da una nostra indagine sulle farmacie italiane, svolta nel 2015 e consegnata alle istituzioni, è emerso che le bombole per l’ossigeno di proprietà delle farmacie sono più di 70 mila. Oggi queste bombole anche se nuove e collaudate rimangono inutilizzate nelle farmacie italiane”.
“Oggi, a fronte del palese stallo che si è creato nella dispensazione di ossigeno a livello territoriale, cosa si aspetta ad eliminare una norma così assurda che impedisce alle farmacie di utilizzare le bombole di sua proprietà e azzera un servizio che per quasi 100 anni ha portato sollievo ai malati e alle loro famiglie?” si chiede l’Utifar, per la quale è chiara la ratio che ha ispirato il discusso provvedimento.
“È evidente che la situazione è stata creata per favorire l’interesse economico di qualcuno e, al contempo, delegittimare ancora una volta il ruolo sociale delle farmacie” afferma infatti la società professionale. “Tuttavia, non è tollerabile che questi interessi si ripercuotano in maniera così dirompente sul cittadino”.
Utifar ribadisce quindi che le farmacie “hanno da sempre offerto il servizio di fornitura delle bombole di ossigeno per venire incontro alle urgenze e per alleviare le sofferenze dei cittadini. Quello del noleggio delle bombole non è mai stato un comparto remunerativo, ma un’attività sempre portata avanti con spirito di servizio e di sostegno umano al cittadino”.
Ed è per questi motivi che la sigla professionale “chiede alle istituzioni competenti di risolvere la situazione al più presto e alle rappresentanze di categoria di fare il massimo sforzo per aiutare chi di dovere a risolvere questa antipatica e paradossale situazione e ricreare le condizioni affinché un servizio rodato e dalla forte valenza umanitaria possa riprendere il prima possibile in maniera efficiente”.