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venerdì 19 Aprile 2024
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Nessun allarme Tbc, in Italia casi in progressiva diminuzione (3.944 nel 2017)

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Roma, 17 settembre – La tubercolosi (Tbc), la “piaga bianca” che ha imperversato nel mondo fino al ‘900 inoltrato, è oggi una patologia relativamente rara, anche se tutt’altro che debellata: solo per dare un dato,  ogni anno nel mondo si stimano  circa mezzo milione di nuovi casi di tubercolosi multidrug-resistant.

Il numero dei casi notificati  di Tbc, tuttavia, nei Paesi avanzati mostra una lenta e progressiva diminuzione dell’incidenza. Non fa eccezione l’Italia, dove dai 9,5 casi per 100.000 abitanti del 1995 si è passati a 6,5 casi per 100.000 nel 2017. Il numero casi segnalati nel 2017 è stato di poco inferiore alle 4000 unità (3.944).

Il decremento dei casi è ovviamente frutto, anche nel nostro Paese, delle misure di controllo poste in essere nel tempo: nel corso degli anni, il Ministero della Salute ha emanato, in accordo con la Conferenza Stato-Regioni, le linee guida per il controllo della tubercolosi sulla base delle indicazioni dell’Oms, mirate a promuovere la standardizzazione della terapia antitubercolare, il follow-up dei pazienti trattati, il miglioramento dell’accesso ai servizi e la prevenzione e controllo della Tbc nelle persone venute a contatto con pazienti in fase contagiosa, nelle persone immigrate da Paesi ad alta endemia e in ambito sanitario. Nel 2010 è stato pubblicato un aggiornamento delle raccomandazioni per le attività di controllo della tubercolosi, espressamente dedicato alle azioni per contrastare con efficacia tubercolosi nella popolazione immigrata.

Nel 2012, il Ministero della Salute ha quindi sottoscritto un atto di intesa con la Conferenza Stato-Regioni contenente gli obiettivi di salute, standard e indicatori specifici per il controllo della tubercolosi da perseguire prioritariamente da tutte le Regioni. Gli indicatori sono anche riportati nel Piano nazionale della Prevenzione 2014-2018.

Nel 2017 e nel 2018 sono state pubblicate, rispettivamente, le Linea guida – I controlli alla frontiera. La frontiera dei controlli. Controlli sanitari all’arrivo e percorsi di tutela per i migranti ospiti nei centri di accoglienza e le Linee relative al controllo della tubercolosi tra gli immigrati in Italia; i documenti sono stati oggetto di accordo in sede di Conferenza Stato-Regioni e si inseriscono nell’accordo quadro di collaborazione tra Inmp, Iss e Simm per la realizzazione del programma “Linee guida sulla tutela della salute e l’assistenza socio-sanitaria alle popolazioni migranti”.

Come indicato dall’Organizzazione mondiale della sanità in relazione ai dati sulle malattie endemiche o sulle epidemie in corso nelle varie aree del mondo, nel nostro Paese vengono messe in atto misure di sorveglianza sui viaggiatori internazionali e sui mezzi di trasporto usati per il viaggio internazionale. Tali misure sono rivolte a tutti i viaggiatori internazionali, includendo in questa definizione anche i migranti irregolari.

Per quanto riguarda i flussi migratori, il controllo della Tbc si inserisce nel quadro più ampio della sorveglianza delle malattie infettive, che non si esaurisce nel momento dell’arrivo del migrante, ma deve continuare, sotto la responsabilità delle strutture del Servizio sanitario nazionale, per tutta la durata della permanenza sul territorio nazionale. A tal fine il 7 aprile 2011 è stata emanata la circolare n. 8636 sulla sorveglianza sindromica.

L’Accordo Stato-Regioni del 20 dicembre 2012, relativo a Indicazioni per la corretta applicazione della normativa per l’assistenza sanitaria alla popolazione straniera da parte delle Regioni e Province autonome, formalizza le indicazioni fornite e riguardanti la corretta applicazione della normativa per l’assistenza sanitaria alla popolazione straniera,  termine che comprende sia i migranti regolari e i soggetti temporaneamente presenti per motivi vari sul territorio nazionale, sia i migranti irregolari.

Infine, il decreto del Ministero dell’Interno 20 ottobre 2014 “Regolamento recante criteri per l’organizzazione dei centri di identificazione ed espulsione”, affronta in dettaglio anche i punti relativi all’accertamento delle condizioni di salute del migrante e di erogazione dell’assistenza medica necessaria.

Un contesto, quello epidemiologico e legislativo appena ricordato, che mal si accorda con la recente sortita del ministro dell’Interno Matteo Salvini, che giorni fa aveva lanciato un allarme Tbc importata dai migranti. Al collega di governo ha risposto a stretto giro la ministra della Salute Giulia Grillo, in occasione della conferenza stampa per presentare la riunione del Comitato regionale Oms Europa che inizia oggi a Roma.  “Nessun allarme, abbiamo un dipartimento prevenzione attivo h24 e va sottolineato che i casi di Tbc in Italia sono in calo: dai 9,5 casi per 100 mila abitanti del 1995 sono scesi a 6,5 nel 2017″  ha detto la ministra, ricordando i  rigidi protocolli nazionali per il controllo delle malattie infettive. “Finora l’Italia è riuscita sempre a controllare bene tutti i casi eventualmente verificatisi” ha concluso Grullo “non ultimi quelli relativi ai migranti della nave Diciotti”. 

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