Roma, 22 ottobre – “Furfanti, truffatori, delinquenti. È il fenomeno dell’ abusivismo nelle professioni mediche, che tocca anche (e non marginalmente) i farmacisti tricolori. Danneggiando quelli onesti, quelli seri che non venderebbero mai una pillola di nascosto, quelli gabbati da un numero sempre più consistente di mascalzoni che si improvvisano colleghi. E che non hanno nessuna autorizzazione, non sono iscritti ad alcun albo”.
Questo l’inequivocabile giudizio che un servizio pubblicato ieri su Libero Quotidiano.it ha dedicato al commercio illegale di farmaci, fenomeno che alligna e prospera in via pressoché esclusiva sul web, con gravi rischi per la salute dei cittadini che – magari in cerca di una scorciatoia – scelgono di acquistare le medicine di cui hanno bisogno via internet. Una scelta molto spesso improvvida, ha spiegato a Libero Annarosa Racca, presidente di Federfarma Lombardia (nella foto): i rischi per la salute “sono molto alti, un farmaco è una sostanza che entra in contatto con le cellule e gli organi, è importantissimo essere informati su quello che assumiamo. Qualche anno fa mi capitò l’ episodio di una ragazza che era morta dopo aver ingerito alcune pasticche comprate nel web. Lei credeva di usarle per dimagrire, invece è andata incontro alla fine più tragica”
“Abbiamo la fortuna di vivere in un Paese dove ogni medicinale viene tracciato con una cadenza precisa al millimetro e dove i costi, al banco, non sono nemmeno eccessivi. Perché mettersi in pericolo da soli?” spiega ancora a Libero la presidente Racca, ricordando come l’acquisto sul web esponga al rischio di comprare farmaci da personale non qualificato e di provenienza illegale o comunque incerta e privi comunque delle necessarie garanzie, anche per le oggettive difficoltà a controllare tutto quello che avviene sulla rete.
“Siamo molto vigili, cerchiamo di contrastare tutti i casi di cui veniamo a conoscenza: segnaliamo alle autorità, monitoriamo e denunciamo” afferma al riguardo il presidente della Fofi Andrea Mandelli. Ma evidentemente non basta, annota Libero: “Il primo punto è proprio questo: di farmacisti attenti, di farmacisti per bene, ce ne sono tanti. Subito dietro, tuttavia, aleggia l’ esercito di ‘furbetti'” che ogni scusa è buona per fregare gli sprovveduti”.
Il servizio del quotidiano milanese elenca alcuni esempi significativi: “La settimana scorsa ad Avellino le forze dell’ ordine hanno scoperto una donna che gestiva una farmacia illegale, ovviamente senza lo straccio di un titolo certificato. Nella Chinatown di Milano, quest’ estate, i militari hanno scoperchiato un arsenale di antibiotici, antinfiammatori e flaconi occultati. Di provenienza incerta e di vendita ancor di più, visto che chi li smerciava (facendosi credere un farmacista) era solamente un traffichino. Poi ci sono quelli che s’ inventano un laboratorio alla bisogna nello scantinato di casa e preparano compresse in condizioni igieniche pessime“. E ancora, riportando “alcuni titoli delle cronache locali di questi mesi”: Carpi, scoperta una farmacia abusiva con ricette false (marzo 2018); Pescara, blitz dei Nas, tre persone denunciate per esercito abusivo di una farmacia (maggio 2018); Lecce, anabolizzanti per un milione di euro nascosti in un box trasformato in farmacia illegale (luglio 2018).
Libero ricorda che il contrasto al commercio illegale dei farmaci vede particolarmente impegnati i carabinieri dei Nas: “Noi svolgiamo un servizio di controllo praticamente giornaliero” spiega al quotidiano il maggiore Marco Datti .”Stiamo all’ erta, verifichiamo a 360 gradi. Con la salute non si scherzi. Prendiamo per esempio i farmaci che promettono diete rapide. Se non vengono calibrate a sufficienza le sostanze, se non sono confezionati con criterio, possono finire per causare gravi scompensi cardiaci o problemi fisici. Venduti in maniera abusiva sono doppiamente pericolosi, perché spesso il cliente non sa neanche cosa sta assumendo. Idem per gli integratori alimentari” continua l’ufficiale dei Nas. “Se non si passa per la filiera tracciata dal Ministero, si rischia di trovarsi a bere miscugli dopanti quando invece si pensava di assumere sostanze non terapeutiche”.
“Non esiste una regola generale in queste situazioni” conclude Datti “ma è importante che chi compra i farmaci abbia ben chiaro cosa sta acquistando e da chi lo sta facendo”. Il maggiore dei Nas ricorda quindi “l’ottima intesa con le associazioni di categoria” dei farmacisti, annotando che “il servizio farmaceutico italiano è tra i migliori al mondo, e questo va assolutamente detto”. Il problema possono essere le “mele marce che infettano tutto il cestino“, anche se – in realtà – il fenomeno del commercio illegale di farmaci sul web (anche se l’articolo di Libero non lo ricorda) nella stragrande maggioranza dei casi vede protagoniste persone che con la farmacia e i farmacisi non hanno nulla a che vedere. Ma che l’informazione, sia pure con quella inevitabile quota parte di approssimazione che nasce dalla necessità di sintesi, si preoccupi di lanciare un ulteriore allarme sui rischi connessi all’acquisto di farmaci su siti web non certificati è sicuramente positivo. Il fenomeno del commercio illegale di medicine è a tutti gli effetti un problema sanitario dalle conseguenze potenzialmente rovinose e il mondo dell’informazione può utilmente contribuire a contrastarlo, concorrendo a rendere i cittadini più consapevoli in ordine ai rischi che si corrono acquistando farmaci da soggetti sotanzialmente sconosciuti. Quando dagli sconosciuti, come si impara fin da bambini, non si accettano nemmeno le caramelle.