Roma, 22 ottobre – Con la sentenza n. 318/2018, la sezione prima del Tar del Friuli Venezia Giulia ha respinto il ricorso con il quale tre farmacie del centro di Sacile avevano impugnato la delibera comunale che aveva modificato la zona di competenza di una nuova farmacia aperta nella cittadina friulana a seguito del concorso regionale straordinario.
Il contenzioso era nato a fronte dell’inclusione nella zona di pertinenza della nuova farmacia di un immobile commerciale situato in realtà qualche decina di metri al di fuori della zona stessa e dalla richiesta del nuovo esercizio di potervisi trasferire, per disporre di locali più accessibili di quelli inizialmente occupati, anche in ragione di un accesso viario particolarmente pericoloso per gli utenti. Il Comune, anche a seguito dei pareri positivi dell’Ordine dei Farmacisti di Pordenone e della Asl locale, avevano appunto consentito al trasferimento, ritenendolo utile a migliore il servizio farmaceutico.
Del tutto opposto il parere dei ricorrenti, che – sottolineando come l’eventuale trasferimento della nuova farmacia nell’immobile in questione avrebbe avvicinato la farmacia al centro di Sacile e quindi alle zone di competenza delle loro farmacie – hanno chiesto al tribunale amministrativo l’annullamento del provvedimento comunale, lamentando “la potenziale lesione del proprio interesse commerciale”.
I giudici friulani, però, hanno dichiarato inammissibile il ricorso, sul presupposto che la semplice modifica del bacino di utenza della nuova farmacia attuata con il provvedimento impugnato non produce, nemmeno in astratto, la lesione degli interessi dei ricorrenti: “Il pregiudizio prospettato nel presente giudizio, per un verso, non risulta attuale e, per l’altro, non appare comunque riconducibile alla deliberazione contestata” scrivono i giudici del Tar Trieste “dovendosi considerare che il paventato trasferimento della sede farmaceutica potrà divenire oggetto di un eventuale e, in ogni caso, futuro provvedimento autorizzativo, rispetto al quale, a ben vedere, restano del tutto impregiudicati i poteri di reazione e le facoltà difensive delle parti ricorrenti”.
La sentenza ha trovato ampio spazio sui giornali locali, rivelando anche qualche risvolto polemico. Se il sindaco di Sacile, Carlo Spagnol, ha subito commentato il giudizio come una conferma della “legittimità e bontà dell’operato dell’amministrazione comunale, che si è mossa nel rispetto delle norme”, c’è chi ha dato voce al sospetto che dietro al ricorso delle tre farmacie sacilesi contro l’esercizio di nuova apertura possano esservi ragioni di altro tipo. “Atteso che la farmacia bersaglio del ricorso è l’unica di nuova istituzione ma anche l’unica di Sacile associata a Farmacieunite e che il ricorso delle tre farmacie del centro è stato redatto dal legale di Federfarma nazionale (il prof. Massimo Luciani, NdR)” ha dichiarato infatti al Messaggero Veneto Franco Gariboldi Muschietti, presidente di Farmacieunite “mi pare che la questione sia sintomatica di due atteggiamenti della stessa Federfarma che mi sento di criticare”.
Il primo, spiega Muschietti, è quello di “porsi sempre contro le farmacie di nuova istituzione attraverso ricorsi che spesso si rivelano infondati”. Il secondo atteggiamento censurabile, ad avviso del presidente di Farmacieunite è quello di “investire tempo e risorse sulla denigrazione di chi non è allineato anziché dirottarli su più costruttive collaborazioni e confronti nelle ricerca di un futuro migliore per la categoria”.
Rilievi molto critici e formulati pubblicamente, che potrebbero essere il detonatore di una polemica al calor bianco tra le due sigle sindacali.