
La manovra sbarca in Aula, cade sul filo di lana il paletto alle società di capitale in farmacia
Roma, 6 dicembre – Dopo un tour de force fatto anche di sedute notturne, la Commissione Bilancio di Montecitorio ha finalmente licenziato l’atto n. 1334, ovvero il disegno di legge di bilancio 2019, che ora affronterà (sotto forma di maxiemendamento sul quale Governo porrà la questione di fiducia) l’esame dell’Aula, a partire dalle 8 di questa mattina . Sono 49 i deputati iscritti in discussione generale, secondo quanto comunicato all’Assemblea di Montecitorio dal presidente Roberto Fico (nella foto), che ha anche precisato ìì che il dibattito dovrà concludersi, con la replica del governo, entro le 13.30.
Dopo l’approvazione a Montecitorio, il testo sarà quindi trasmesso al Senato, dove approderà nel pomeriggio di lunedì 10 dicembre, con le rituali comunicazioni del Presidente sui contenuti della legge, che di fatto segneranno l’inizio della sessione di bilancio a Palazzo Madama. Da lì in poi l’iter prevede tempi strettissimi: le varie Commissioni dovranno esprimere entro le 19 di mercoledì 12 i propri pareri sul ddl alla Commissione Bilancio (presieduta dal pentastellato Daniele Pesco), che a sua volta dovrà concludere i lavori sul provvedimento in tempo utile per poterne riferire in Aula nella seduta di martedì 18 dicembre. L’Assemblea avrà tempo per l’esame sino a sabato 22 (se si renderà necessario), quando il provvedimento dovrà velocemente tornare alla Camera .
Tra le misure del nutrito pacchetto sanità, ne spiccano alcune espressamente dedicate ai farmaci, dal recepimento della proposta messa a punto dal ministero della Salute di un nuovo meccanismo di calcolo del payback farmaceutico, basato sulle quote di mercato, in luogo dell’attuale sistema basato sul budget company fino alla conferma dei fondi di 500 milioni di euro ciascuno istituiti dalla manovra 2017 per i farmaci innovativi e oncologici innovativi, con la novità rappresentata dal loro trasferimento allo stato di previsione del Mef. Altra novità importante, la previsione del decreto ministeriale che, entro il prossimo 15 marzo, dovrà rivedere criteri e modalità di negoziazione dei prezzi dei medicinali tra Aifa e aziende.
In Commissione era inizialmente passato anche il “subemendamento Trizzino” volto a limitare la presenza del capitale nella proprietà delle farmacie, introducendo la previsione che il il 51% delle quote deve essere in capo a farmacisti iscritti all’albo), insieme alle misure di sostegno alle farmacie a basso reddito, esentate dallo sconto al Servizio sanitario nazionale per scaglioni di fatturato. Ma il primo è caduto sul filo di lana e per un intervento autorevole, quello del presidente della Camera Fico, che nella seduta d’Aula di ieri l’ha espunto dal testo, nel rispetto del regolamento di Montecitorio, che – in caso di presentazione di disegno di legge in prima lettura – impone al Presidente di verificare se nel testo siano presenti disposizioni estranee all’oggetto del provvedimento e di comunicare il loro eventuale stralcio. Previsione regolamentare, peraltro, rafforzata nel caso di specie dalla Legge di contabilità n. 196/2009, che fissa limiti precisi al contenuto della prima sezione del disegno di legge di bilancio, includendo tra questi il divieto di norme di carattere ordinamentale od organizzatorio.
Per queste ragioni, puntualmente ricordate dallo stesso Fico nel corso della sduta serale, si devono considerare espunti dal testo del ddl Bilancio, in quanto contenenti disposizioni di carattere evidentemente ordinamentale e quindi estranee all’oggetto proprio della prima sezione della legge di bilancio, sia alcuni commi recanti modifiche alla disciplina delle donazioni sia le disposizioni in materia di farmacie contenute nel subemendamento 41.029.7 presentato da Trizzino.
