
Fofi: “Corso di laurea in Farmacia, servono nuove regole per l’accesso”
Roma, 8 febbraio – “Analisi e proposte, basate anche sulle altre esperienze europee, che vanno nella direzione di premiare il merito dei singoli e di garantire al servizio sanitario e al Paese professionisti adeguatamente formati, motivati e in numero adeguato ai bisogni di salute della popolazione. Ci auguriamo che la politica voglia fare propri questi obiettivi, perché non farlo significa compromettere il futuro dei giovani che aspirano a un ruolo attivo e gratificante nella società”.
Così Andrea Mandelli, presidente Fofi, dopo aver presentato qualche giorno fa una sua proposta di legge per l’istituzione del numero chiuso per i corsi di laurea della Facoltà di farmacia, sintetizza il contributo che la Federazione degli Ordini, rappresentata nell’occasione al vicepresidente Luigi D’Ambrosio Lettieri (nella foto), ha assicurato ieri alla Commissione Cultura della Camera dei Deputati nel corso dell’audizioone resa in materia di accesso ai corsi universitari.
“La posizione che abbiamo rappresentato parte dalla constatazione che con l’attuale assetto, come dimostrato dai dati dell’iniziativa Joint Action Health Workforce Planning and Forecasting promossa dalla Commissione europea, si è determinato un profondo e crescente squilibrio tra il numero dei laureati e relativo fabbisogno, con conseguenti gravi difficoltà per la collocazione nel mondo del lavoro” spiega D’Ambrosio Lettieri in un articolo dell’organo di stampa della Federazione.
I farmacisti che si laureano ogni anno sono in media 4700, 4000 dei quali si iscrivono agli Ordini. Si tratta di un numero quasi dieci volte superiore al fabbisogno stimato nell’ultimo biennio, pari a 448 unità, dato esso stesso considerato già eccessivo dalla Fofi, che prevede un fabbisogno pari a zero. “Se non si interviene nell’arco di un ventennio vi saranno circa 50.000 farmacisti disoccupati che andranno ad aggiungersi ai 13.000 censiti oggi”, afferma al riguardo D’Ambrosio Lettieri.
“È evidente che considerando l’attuale emergenza occupazionale della professione e i tempi e gli oneri economici che comporta l’implementazione di questo nuovo sistema, è necessario prevedere da subito per i nostri corsi di laurea l’introduzione temporanea del numero programmato a livello nazionale” aggiunge D’Ambrosio Lettieri. “Ma la proposta della Fofi affronta anche altri aspetti, a cominciare dalla riorganizzazione periodica del piano di studi, che deve potersi adattare all’evoluzione – sempre più rapida – tanto delle conoscenze scientifiche e del contesto socio-economico quanto del mercato del lavoro”.
Ma la federazione professionale ha avviato anche una riflessione sull’opportunità e l’utilità di conntinuare a mantenere due distinti corsi di laurea – Farmacia e Ctf – o se non sia invece il caso di ammodernare i due curricula universitari all’interno di un unico corso di laurea magistrale. Da ultimo, è stata anche segnalata la necessità di adeguare il numero dei posti di specializzazione in farmacia ospedaliera alle effettive esigenze ad oggi non soddisfatte e di contrattualizzare i nostri specializzandi come previsto per quelli area medica. “Una questione” ha concluso D’Ambrosio lettieri, che sul punto si era molto impegnato anche nel corso dei suoi mandati parlamentari ” che non intendiamo certo lasciar cadere”.
In ogni caso – questo il commento conclusivo di Mandelli – “una nuova regolazione dell’accesso ai corsi laurea in Farmacia e Ctf non è più rinviabile, innanzitutto per non continuare a creare professionisti disoccupati o sotto-occupati, ma anche in considerazione dei sacrifici, economici e non solo, che sostengono studenti e famiglie”.
