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venerdì 29 Marzo 2024
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Remunerazione, ieri a Roma il secondo incontro del tavolo di filiera

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Roma, 8 febbraio – Una riunione positiva, in un clima di fattiva collaborazione, quella del tavolo di filiera sulla riforma della remunerazione delle farmacie, tenutasi ieri a Roma nella sede di Federfarma. Tutte presenti le sigle della distribuzione: oltre ai padroni di casa, i rappresentanti di Assofarm, primi a sollecitare l’istituzione del tavolo di confronto, quelli di Fofi (a sostenerne caldamente la partecipazione era stata in particolare Federfarma, registrando l’immediato accordo delle altre sigle), di Adf e di Federfarma Servizi. Convocati per l’occasione anche alcuni esperti di Iqvia, la società  di servizi per l’healthcare specializzata in ricerche e analisi di mercato.

Dall’incontro di ieri, secondo le informazioni filtrate nonostante il comprensibile riserbo sull’andamento dei lavori, è scaturita la decisione di affidare proprio a Iqvia il mandato di rilevare  i dati di mercato degli ultimi tre anni, soprattutto in relazione alle tendenze delle diverse modalità di spesa (diretta, Dpc e convenzionata), al fine di “scattare una fotografia” affidabile della realtà e della sua prevedibile evoluzione, su cui basare proposte concrete e perseguibili di un nuovo modello di remunerazione in grado di garantire alla filiera distributiva la necessaria sostenibilità. È proprio quest’ultima, infatti (insieme all’efficienza del servizio per il cittadino), il pilastro sul quale dovrà essere costruito il nuovo sistema di compensi.

L’incontro di ieri – il secondo dopo la  prima riunione di “presa di contatto” tenutasi in Assofarm il 31 gennaio scorso – non si è ovviamente ancora soffermato sulle possibili ipotesi su cui lavorare (che verranno via via costruite attraverso il confronto, anche sulla base della valutazione dei dati che saranno forniti da Iqvia), anche se si è inevitabilmente cominciato a esplorare le possibili direzioni verso le quali muovere e a considerare variabili e criticità in gioco.

Tra le prime da considerare – a sottolinearlo sono state in particolare le delegazione di Assofarm e di Adf – vi è il ruolo dell’industria, certamente non “neutra”  rispetto a una partita che, in ogni caso, comporterà implicazioni anche per il suo business. Tutte o quasi le possibili opzioni di nuova remunerazione, infatti, finiranno inevitabilmente per “rimbalzare” anche sugli interessi dei produttori e per questo – al fine di evitare collisioni che rischierebbero di essere esiziali per le sorti di eventuali proposte di nuova remunerazione – si è convenuto sulla necessità di considerare con la massima attenzione anche questo profilo.

I lavori del tavolo non sono in ogni caso  ancora entrati in ragionamenti su numeri, redditività, tendenze di mercato, margini e fee professionali, con relative simulazioni, per i quali bisognerà attendere i prossimi incontri (il primo dovrebbe tenersi entro la prima decade di marzo). È stata però ribadita la ferma convinzione della necessità di presentarsi davanti agli interlocutori politici (in primis il Governo) con una proposta solida e, soprattutto, in grado di incassare un’autentica condivisione da parte di tutta la filiera e di non incontrare eccessive “resistenze” da parte degli altri stakeholders. Ed è proprio  questo l’obiettivo che il tavolo – a giudicare dai commenti filtrati dopo l’incontro di ieri, tutti concordi nell’evidenziarne l’ottimo clima e la concretezza del confronto – ha messo nel mirino e vuole assolutamente centrare.

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