Roma, 21 febbraio – Le notizie degli ultimi giorni, relative al passaggio di mano della gestione delle farmacie comunali di città come Modena, Padova e Sassuolo, hanno prodotto qualche preoccupazione all’interno del mondo delle farmacie pubbliche, che Assofarm, la sigla di settore, si è subito preoccupata di fugare.
“Quelli che si registrano in questi giorni non sono assolutamente i segnali di dissolvimento di un sistema, come un evidente eccesso di apprensione ha fatto temere a qualcuno” spiega a RIFday il presidente Venanzio Gizzi (nella foto) “ma processi fisiologici, espressione di dinamiche di sistema in atto da tempo. Intanto, bisogna distinguere tra le varie situazioni balzate agli onori delle cronache negli ultimi tempi: un conto sono decisioni come quella del comune di Genova, che – al netto delle dichiarazioni dei suoi rappresentanti – cede la proprietà delle sue farmacie comunali al solo scopo di fare cassa. Scelta legittima, quanto meno a termini di legge, ma sulla quale Assofarm – convinta sostenitrice del ruolo delle farmacie pubbliche come paradigma fondamentale per la corretta fisiologia del servizio farmaceutico – non è assolutamente d’accordo”.
“Ben altra faccenda” continua Gizzi “è il caso delle farmacie comunali di Modena, Sassuolo, Padova, Bergamo e Desio, dove in gioco non c’è la cessione della proprietà degli esercizi, ma semplicemente la loro gestione, che in ragione di accordi stipulati in tempi diversi dai vari Comuni è in capo a Pharmacoop, società della galassia Coop. In altre parole, quelle farmacie erano e restano proprietà dei Comuni, anche nel caso in cui Pharmacoop – come sembra – cederà gli accordi di gestione di cui è titolare pro-tempore a un altro soggetto. Che – ovviamente – li acquisirebbe fino a quando non scadono. A decidere quel che accadrà dopo, sarà poi ogni singolo comune. Ma, per quanto mi riguarda, sono fiducioso sul fatto che non assisteremo a ritirate di massa dei Comuni dal servizio farmaceutico” conclude il presidente di Assofarm. “Le farmacie comunali, al di là della loro dimensione economica che – come ben insegna il caso di FCR, le farmacie comunali di Reggio Emilia, che con i loro utli di esercizio coprono la metà delle spese di welfare del Comune – offre importanti opportunità, hanno una riconosciuta funzione etica e sociale. E sono certo che a questa nessun amministratore responsabile, avveduto e lungimirante vorrà rinunciare: il sistema continuerà a tenere”.
A confermare le parole di Gizzi interviene proprio Egidio Campari, DG e principale artefice della “gestione virtuosa” e dei risultati economici di FCR, che vanta una piccola partecipazione, dell’ordine dell’1% in Pharmacoop. Ovvero, giusto per fare un po’ d’ordine, la società che sta trattando la cessione degli accordi di gestione delle farmacie comunali di Modena, Sassuolo, Padova, Bergamo e Desio con Admenta Lloyds Italia, holding bolognese che fa capo al colosso farmaceutico statunitense Mckesson.
“Non c’è poi granchè da dire, le cose stanno in buona sostanza nei termini espressi da Gizzi” spiega Campari. “Coop Lombardia e Alleanza 3.0, società del sistema Coop proprietarie di Pharmacoop, per la scelta di disimpegnarsi da un settore ritenuto non più strategico, hanno deciso di cedere holding e sub holding titolari degli accordi con i Comuni per la gestione delle farmacie. Si tratta di accordi di durata diversa, dai 90 anni per le farmacie comunali di Sassuolo ai poco più di 20 di quelle di Padova” precisa Campari. “L’oggetto della trattativa è appunto la cessione di questi accordi, per i quali Pharmacoop ha avviato una procedura competitiva, individuando in Admenta Lloyds Italia l’interlocutore con il quale allestire una trattativa. Che è partita, notizia ormai diventata di pubblico dominio. Come proseguità e quali saranno i suoi esiti, lo si vedrà, anche se è fin troppo facile prevedere che le farmacie comunali delle città prima ricordate finiranno, sotto il profilo della lorro gestione, nella ‘scuderia’ Admenta. Cosa poi succederà alla scadenza degli accordi – di durata diversa, lo ricordo ancora – è una questione del poi, aperta a tutte le opzioni”.