Roma, 7 marzo – Thomas Mesnier, deputato di La Republique en marche, il partito del presidente Macron e relatore della Loi Santè (la legge sulla salute che Oltralpe fissa annualmente obiettivi e programmi del servizio sanitario attualmente in discussione al Parlamento francese), ha chiaramente espresso l’intenzione di introdurre nel testo del provvedimento un emendamento finalizzato a introdurre la “prescrizione farmaceutica”. Si tratta della possibilità – nel quadro di un protocollo medico e di cooperazione definito con il medico curante e le strutture sanitarie e sulla base di un elenco di farmaci definito da un’ordinanza ministeriale – che lo stesso farmacista possa “prescrivere” e dispensare in farmacia alcuni medicinali soggetti a ricetta, previa formazione e osservando l’obbligo di fornire informazioni sistematiche al medico curante.
Sulla proposta – riferita a patologie comuni a bassa intensità e già da tempo approdata all’attenzione dei legislatori (cfr. da ultimo RIFday del 31 gennaio scorso), senza peraltro essere fin qui accolta – lo stesso Mesnier ha interpellato nei giorni scorsi direttamente la ministra della Sanità Agnès Buzyn (nella foto) in occasione di un’udienza alla Commissione Affari sociali, con una esplicita richiesta alla titolare del dicastero di esprimersi al riguardo.
La ministra, riferisce Le Quotdien du Pharmacien, ha risposto di essere “a favore di un ruolo rafforzato per i farmacisti in sanità” e quindi, in buona sostanza, di ritenere positivo lo sviluppo della prescrizione farmaceutica. Allo stesso tempo, però, Buzyn si è affrettata a invitare alla cautela, affermando che “questa evoluzione dei ruoli in termini di prescrizione dovrebbe richiedere ancora un po’ di lavoro con i vari attori delle Cpts (le Comunità professionali territoriali della salute, NdR)”.
La ministra ha anche ricordato, quasi a giustificare il colpo di freno, che al Cnam (il Conservatoire des arts et metiers, l’organismo di interesse nazionale che si occupa di promozione sociale attraverso lo sviluppo della formazione professionale permanente, la ricerca tecnologica e l’innovazione e la diffusione della cultura scientifica e tecnica, NdR) “sono in corso negoziati, bisogna prestare attenzione a tutti gli equilibri e all’espressione dei desideri l’uno dell’altro”.
Buzyn ha quindi proposto al relatore Mesnier di “continuare il lavoro e le discussioni con tutti gli attori, per essere sicuri di arrivare a un progetto concertato che abbia l’approvazione di tutte le parti interessate”. Una sorta di “va’ avanti tu che a me me vie’ da ride”, se non appare troppo irriverente tradurre il pensiero della ministra francese in vernacolo romanesco.
Il sospetto che avanza Le Quotidien du Pharmacien è che le numerose e immediate reazioni opposte dalla comunità dei medici sull’argomento, con i loro sindacati in prima fila, finirà per indurre la ministra a valutare negativamente il dossier della dispensation protocolisée: la posizione espressa dala ministra, scrive il giornale professionale, “assomiglia molto a una non ricezione” della proposta Mesnier. E questo nonostante le pur rilevanti aperture arrivate dal presidente dell’Ordine dei Medici, Patrick Bouet.
Resta ora da vedere se il relatore della Loi Santè insisterà ancora sulla dispensation protocolisée o se la proposta verrà ancora una volta accantonata , sia pure temporaneamente, per far maturare i tempi e costruirle intorno una rete più salda di consensi. Intanto, non sarà inutile ricordare che vari sondaggi hanno rilevato che la larga maggioranza dei francesi è favorevole alla prescrizione farmaceutica. Una rilevazione di Ocp, una delle principali aziende di distribuzione d’Oltralpe, registrò giusto un anno fa (cfr. RIFday del 12 marzo 2018) che il 56% dei francesi ritiene anormale l’obbligo di rivedere sistematicamente un medico per rinnovare una prescrizione in caso di cronicità, che comporta costi (ritenuti inutili) in termini di tempo e denaro. Dallo stesso sondaggio emerse anche che il 71% dei francesi chiede un maggiore coinvolgimento del proprio farmacista nel sistema sanitario, e che gli stessi farmacisti (in percentuali bulgare, il 96%) reclamano la concessione della dispensation protocolisée.
Dati che hanno trovato ulteriori conferme in un sondaggio pubblico condotto dall’Ordine dei farmacisti, secondo il quale l’80% dei francesi sarebbe favorevole alla prescrizione in farmacia.