Roma, 28 marzo – “Lo stato dei dati scientifici non consente di verificare i principi dell’omeopatia. Le meta-analisi non hanno dimostrato l’efficacia dei preparati omeopatici”. Per conseguenza, l’omeopatia non solo non deve essere ammessa ai rimborsi della sicurezza sociale per le spese sanitarie, ma nemmeno tra le materie di insegnamento delle facoltù di Medicina e Farmacia.
Questa la dura quanto inequivocabile posizione espressa dall’Accademia di Medicina francese in una dichiarazione redatta congiuntamente all’Accademia di Farmacia, della quale ha riferito ampiamente ieri la stampa di informazione e professionale d’Oltralpe (si veda per tutti Le Figaro). Il documento è già stato approvato a larghissima maggioranza – 58 voti favorevoli,16 contrari, 8 astenuti – dall’Académie de Médecine, mentre l’Académie de Pharmacie esprimerà il suo voto nella giornata di oggi.
La sortita degli accademici arriva nelle more del parere che l’Alta Autorità di Salute (Has) deve esprimere entro giugno proprio a proposito del rimborso delle cure omeopatiche, dopo il recentissimo varo da parte del governo di un decreto in materia.
Mentre l’Accademia di Medicina si era già più volte pronunciata in passato sulla questione, è la prima volta che l’Accademia di Farmacia sottoscrive una posizione di così esplicita, radicale contrarietà. La dichiarazione si spinge infatti a chiedere che – oltre a smettere di rimborsare i medicinali omeopatici e di rilasciare diplomi universitari in materia omeopatica nelle facoltà di Medicina, Farmacia e Veterinaria – a questa disciplina terapeutica non venga più applicata nemmeno la qualifica di “medicina alternativa”.
La polemica in materia di farmaci omeopatici, in Francia, si trascina da tempo: già nel 2004 l’Accademia di Medicina, interpellata dall’Ordine professionale dei medici, si era espressa negativamente, sottolineando che il metodo omeopatico è “a priori privo di fondamento scientifico”. E solo qualche mese fa, a dicembre, i 131 membri delle Accademie delle Scienze, della Medicina e della Farmacia erano pubblicamente intervenuti, sulle colonne de L’Express, co-firmando un articolo nel quale – dopo aver sostenuto l’inefficacia dei preparati omeopatici, che non possono invocare alcun effetto terapeutico perché non più efficaci dei placebo – affermavano di rifutare “il termine di medicamento per un prodotto che non dimostra la sua efficacia. Pertanto contestiamo il rimborso da parte della comunità nazionale”.
La dichiarazione delle Accademie di Medicina e Farmacia ha subito incassato il plauso di Fakemed, collettivo nato per promuovere una medicina basata su prove scientifiche e combattere tutte le pratiche e sedicenti terapie (l’omeopatia è tra queste) prive invece di questo fondamentale requisito. “Siamo felici di vedere che entrambe le accademie prendono una chiara posizione sull’argomento” ha affermato Jeremy Descoux, cardiologo e presidente di Fakemed, pur ammettendo che avrebbe gradito un discorso ancora più incisivo, ovvero una presa di distanza non solo scientfica ma anche etica dalla prescrizione omeopatica. “Prescrivere e consegnare l’omeopatia è accettarne le premesse e quando proponiamo l’omeopatia a un paziente siamo come minimo ambigui”.