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venerdì 1 Dicembre 2023
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Assofarm: “Concorrenza, per il capitale tetto del 10% su base comunale”

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Roma, 1 luglio – In coincidenza con l’ennesimo rallentamento dell’esame del ddl Concorrenza in  Commissione Industria di Palazzo Madama, Assofarm, la sigla delle farmacie comunali, interviene per chiedere di riconsiderare l’emendamento 48.100, presentato dai relatori, che prevede un tetto regionale del 20% per il controllo delle farmacie da parte delle società di capitali. Una misura che, secondo Assofarm, non è adeguata allo scopo di  creare “più concorrenza nella filiera distributiva del farmaco”, né a favorire  “l’entrata di maggiori risorse e nuove competenze”, come chiede con forza da anni la sigla delle farmacie pubbliche, insieme misure che diano finalmente l’avvio a “meccanismi remunerativi che premino chi produce qualità del servizio.”

“Le farmacie comunali italiane ritengono che la creazione di soggetti in grado di controllare da soli il 20% delle farmacie in ogni Regione o Provincia autonoma rischi di aprire alla concreta possibilità di avere 5 soggetti capaci di controllare tutta la distribuzione del farmaco a livello nazionale, e in particolare di quella più commercialmente appetibile” afferma in una nota alla stampa il presidente di Assofarm Venanzio Gizzi, sottolineando come “un provvedimento che si pone l’obiettivo di sviluppare la concorrenza finirebbe per favorire la nascita di un vero e proprio oligopolio.”

“Intendiamoci su un punto importante – continua Gizzi – il problema non è la natura giuridica o la dimensione aziendale della proprietà. Noi stessi di Assofarm abbiamo tra i nostri associati gruppi multinazionali coi quali condividiamo appieno valori e strategie. Ciò che conta è la creazione di un quadro normativo in grado di limitare concentrazioni che potrebbero dare il via a derive commerciali contrarie al senso della farmacia. Privata o pubblica che sia, la farmacia italiana  deve rimanere uno strumento totalmente votato alla tutela della salute del cittadino. Gli utili di bilancio devono essere uno strumento, non il fine”.

Proprio per questo, secondo Assofarm, alle società di capitali non dovrebbe essere consentito di detenere più del 10% delle farmacie, non più su base regionale ma comunale.

“Il cambiamento del parametro territoriale non è di poco conto – conclude il presidente di Assofarm – perché solo così si può tutelare l’esistenza delle farmacie rurali. Una presenza davvero imprescindibile per la tenuta dell’assistenza sanitaria pubblica in aree geograficamente svantaggiate”.

 

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