Roma, 1 luglio – A distanza di una settimana dal primo statement sulla Brexit, l’Efpia, la federazione europea della industrie farmaceutiche e loro associazioni, evidentemente preoccupata per le inevitabili conseguenze dell’esito del referendum che ha sancito il distacco del Regno Unito dalla Ue, è tornata sull’argomento con una nuova nota pubblicata ieri.
“L’industria farmaceutica è una parte vitale del Regno Unito e dell’economia europea: contribuisce con 75 miliardi di euro alla bilancia commerciale e impiega oltre 700mila persone. L’incertezza inevitabile generata dal voto sulla Brexit rende problematico decidere investimenti a lungo termine e pianificazioniaziendali” si legge nel nuovo statement Efpia, che afferma poi la necessità di condurre ogni possibile sforzo per ridurre l’incertezza per i pazienti e per il business farmaceutico.
La sigla europea del pharma ricorda lo scenario nel quale il Brexit viene a incidere, con “più di 7.000 farmaci in fase di sviluppo” e una nuova “entusiasmante ondata di innovazione farmaceutica” che giocherà un ruolo chiave nell’affrontare le sfide affrontate dai pazienti e dai sistemi sanitari europei.
“Garantire che la Brexit non influisca negativamente sulla capacità di regolamentazione, i processi e le tempistiche per l’introduzione di nuovi farmaci deve essere una priorità”, così come “l’integrazione dell’Agenzia del farmaco del Regno Unito nell’ecosistema dell’Ema” scrive Efpia, ricordando come la ricerca e sviluppo di nuovi farmaci in Europa è stata a lungo un driver per i progressi nella cura e come “la collaborazione, il finanziamento e un contesto normativo favorevole all’innovazione” siano fondamentali perché un tale successo possa continuare in futuro in tutta Europa.
Il punto centrale, secondo Epfia (che aveva sottolineato la questione già nel suo primo statement del 24 giugno), è quello di garantire che il paziente sia al centro di tutte le decisioni che verranno prese. “Gli abitanti di tutta Europa stanno vivendo una vita più lunga, più sana e più produttiva a causa dei farmaci innovativi sviluppati dall’industria farmaceutica” scrive la Federazione europea delle aziende farmaceutiche, aggiungendo che nei prossimi mesi e anni “i responsabili politici devono assicurare che il rapido accesso ai farmaci innovativi per i pazienti in tutta Europa, compreso il Regno Unito, sia al centro della politica sanitaria”.
Il processo di uscita del Regno Unito dall’Unione europea probabilmente sarà lungo e complesso, conclude lo statement Efpia, garantendo che “l’industria farmaceutica è pronta a lavorare a stretto contatto con i governi e le istituzioni dell’Ue per ridurre al minimo il suo impatto sui pazienti e garantire il futuro di innovazione medica in tutta Europa“.