Roma, 1 luglio – “Un incontro positivo, che getta le basi per la ripresa di un rapporto di più stretta collaborazione tra Aifa e medici di medicina generale per garantire agli assistiti un migliore accesso ai farmaci e autonomia prescrittiva ai medici”.
Questo il primo commento rilasciato da Giacomo Milillo (nella foto), segretario nazionale della Federazione dei medici di medicina generale, dopo l’incontro tenutosi ieri con il presidente dell’Agenzia italiana del farmaco, Mario Melazzini. Il rendez vous era stato promosso proprio da quest’ultimo, anche a seguito delle aspre polemiche sollevate dalla sigla dei medici sulla Determina Aifa 458/2016 del 31 marzo scorso (peraltro poi sospesa con un successivo provvedimento dell’Agenzia fino al prossimo fino al 27 agosto), che indica i criteri da applicare per la valutazione delle richieste di equivalenza terapeutica fra due o più farmaci e di fatto apre la strada alle Regioni perprocedere all’acquisto di farmaci con gare regionali indette sulla base di questo principio.
La convocazione dell’incontro era stata accolta molto favorevolmente dalla Fimmg e interpretata come un “importante segnale di apertura al confronto” su un provvedimento molto criticato dalla categoria perché – laddove reso esecutivo – rischierebbe di escludere dalla rimborsabilità prodotti con la stessa indicazione terapeutica ma con principi attivi diversi.
Secondo calcoli del centro studi Fimmg, la Determina metterebbe infatti a rischio la rimborsabilità di circa 1.500 specialità medicinali, soprattutto prodotti innovativi e per i malati cronici, a dispensazione ospedaliera, distribuzione diretta o per conto, ossia acquistati a prezzi scontati dalle Asl e distribuiti poi in farmacia.
Si tratterebbe in tutto di 2.700 specialità, secondo la sigla dei medici, oltre la metà delle quali rischia di diventare a carico degli assistiti per via delle aste tra farmaci terapeuticamente equivalenti, “sdoganate” dalla Determina 458, che lascerebbero nella sfera della rimborsabilità solo i prodotti a prezzo più basso, escludendo tutti gli altri appartenenti al 4° livello di classificazione Atc.
“Livello – precisa la Fimmg – che ricomprende farmaci con la stessa indicazione terapeutica, ma con principi attivi anche diversi”.
“Sembra che tra il farmaco che avrà battuto il prezzo più basso e quelli esclusi invece dalla rimborsabilità non ci siano differenze” sostiene Milillo “invece il danno per gli assistiti ci sarà, eccome, Premesso che questa delle gare per equivalenza terapeutica sarebbe un’anomalia tutta italiana nel panorama europeo, non si può dire che ai farmaci è sufficiente appartenere alla medesima classe Atc per avere la medesima efficacia sul singolo paziente, che risponde in modo diverso già se ingerisce la stessa molecola in bustine anziché in pillole, figuriamoci se poi il principio attivo è proprio diverso”.
Da qui l’allarme e la richiesta all’Aifa di ritirare in toto la Determina sulla gare per farmaci equivalenti. Alla quale i vertici dell’Agenzia hanno subito risposto convocando l’incontro di ieri,
nel quale Melazzini ha chiesto alla Fimmg di esplicitare in un documento le proposte dei medici di medicina generale sulla “materia del contendere”, ovvero la discussa 458/2016. Ma non solo.
“Abbiamo riscontrato piena disponibilità” spiega infatti Milillo “anche sulla proposta di avviare una sperimentazione che dovrebbe consentire a 2.400 medici di famiglia di prescrivere i medicinali sottoposti a piano terapeutico, facilitandone l’accesso a 10 milioni di malati cronici e gravi”. Malati costretti oggi a una corsa ad ostacoli per ottenere la prescrizione, secondo la Fimmg, con tanto di pagamento del super-ticket da 50 euro per la visita dello specialista, unico autorizzato al momento a prescrivere.
“Aifa ha assicurato la piena volontà di costruire un rapporto di più stretta collaborazione con i medici di medicina generale” conclude Milillo “confermata dalla decisione di riattivare il Tavolo di lavoro sulle cure primarie, finalizzato a migliorare livelli di assistenza e di accesso al farmaco.”
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