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venerdì 29 Marzo 2024
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Bacchini (Federfarma Verona): “Macchè statuto, le priorità del sindacato sono altre”

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Roma, 24 ottobre – Per aiutare le farmacie indipendenti ad affrontare l’ingresso del capitale, bisogna attendere l’emanazione della legge sulla concorrenza, per capirne bene i contenuti e quindi, solo allora, predisporre uno strumento adeguato. Era, appena un anno fa, la posizione pubblicamente espressa dagli attuali vertici Federfarma che oggi, invece, sostengono con forza  la necessità di cambiare subito lo statuto del sindacato, senza aspettare l’approvazione del ddl Concorrenza.

A sottolineare in rosso la stridente contraddizione è Marco Bacchini (nella foto),  presidente di Federfarma Verona, in una nota con la quale aggiunge la sua voce al coro di reazioni seguite all’ultima Assemblea nazionale Federfarma del 18 ottobre. .
Per Bacchini, in buona sostanza, il vertice sindacale ciurla nel manico e dimentica “totalmente quali sono le vere urgenze delle farmacie”. Definendo “bizzarro” il comportamento dei vertici del sindacato nazionale, il presidente di Verona  evidenzia che, “se si parla di farsi trovare pronti, tanto più bisognerebbe sostenere le farmacie individuando progettualità atte a realizzare organizzazioni strutturate che diano alle farmacie indipendenti la forza e i mezzi per affrontare i cambiamenti. Invece assistiamo al più totale immobilismo del sindacato nazionale, mentre si stanno attivando solo alcune associazioni  provinciali/regionali di categoria, come il Piemonte, o alcune cooperative di farmacisti“.

Sul punto, invece, l’iniativa dei vertici del sindacato latita: “Non è stata aperta, fino ad ora, in Assemblea alcuna discussione, manca il coordinamento delle diverse iniziative e, a quel che mi è dato sapere, manca anche qualsiasi idea” denuncia Bacchini. “Credo quindi sia assolutamente lecito avere forti perplessità sulle reali motivazioni che fanno porre tutte le attenzioni di Federfarma sulla modifica dello statuto”.
Federfarma nulla ha fatto da un anno a questa parte sul ddl Concorrenza se non aggiornare l’assemblea sui vari passaggi procedurali ed esaltare l’inutile traguardo del tetto del 20% come limite massimo delle farmacie destinate ad un gruppo” conclude Bacchini, osservando che se da una parte “ci si è preoccupati di realizzare una bozza di statuto per prevedere l’ingresso delle società in Federfarma”, dall’altra  “nulla si è investito sulla progettualità”.

E, a questo proposito, Bacchini si chiede cosa mai abbia espresso al riguardo il Centro Studi del sindacato, senza nemmeno tentare di darsi una risposta che lascia però ampiamente intuire.

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