
Ccnl farmacie, Fofi scrive a Federfarma: “Un tavolo per superare le divergenze”
Roma, 1 marzo – Basta una retrospettiva veloce della stampa di categoria dello scorso anno per realizzare che, tra le molte criticità alle quali è esposta la professione farmaceutica, il rinnovo del Ccnl delle farmacie è quella della quale meno si è parlato e discusso, nonostante il suo rilievo e la sua trasversalità.
Benché scaduto dal 31 gennaio 2013, in quattro anni le parti (Federfarma e sindacati dei lavoratori) non sono riuscite nemmeno a imbastire una trattativa degna di questo nome, soprattutto in ragione (ve detto) dell’atteggiamento mantenuto dal sindacato dei titolari. La complessità del quadro normativo, le grandi incertezze dovute ai ritardi nel rinnovo della Convenzione tra farmacie e Ssn (accordo al quale è anche legata una necessaria riforma della remunerazione delle farmacie) e ai provvedimenti pendenti in Parlamento, su tutti il ddl Concorrenza, che avranno forti ripercussioni sul settore, hanno infatti spinto Federfarma a “fare melina”, scegliendo una strategia sostanzialmente dilatoria, giustificata dai vertici sindacali con una situazione senza precedenti.
“Le farmacie operano oggi in un contesto molto più complesso di quelli che esistevano all’epoca dei rinnovi precedenti” ha più volte spiegato al riguardo la presidente Annarosa Racca. “Il contratto scaduto era stato firmato prima che la farmacia fosse oggetto di una serie di cambiamenti che le hanno richiesto impegno economico e grande capacità di adeguamento per continuare a sostenere il servizio in maniera efficiente”.
Un atteggiamento che, dall’altra parte, è stato però subito bollato come una chiusura corporativa dei proprietari di farmacia, accusati di scaricare in questo modo una gran parte del peso della crisi sui farmacisti collaboratori.
Neppure il tentativo operato dai sindacati dei dipendenti di alzare il livello dello scontro, con la proclamazione di una giornata di sciopero il 6 maggio dello scorso anno, ha prodotto grandi risultati: la situazione è rimasta in un sostanziale stallo, favorita anche dalla singolare latitanza nella vicenda del ministero del Lavoro, dimostratosi sordo a tutte le richieste di incontro più volte avanzate dalle sigle sindacali per sbloccare la vicenda.
Vicenda della quale, alla fine, ha deciso di occuparsi anche la Fofi, preoccupata dalla situazione di disagio lamentata dai farmacisti collaboratori sia agli ordini provinciali sia alla stessa Federazione nazionale. Il presidente Andrea Mandelli (nella foto) ha così inoltrato una lettera alla presidente di Federfarma Racca per rappresentare la disponibilità della federazione professionale (pur consapevole che le tematiche sindacali esulano dalla sua sfera di competenza) a collaborare “al fine di superare le criticità e le divergenze che si frappongono al raggiungimento di un nuovo accordo tra le parti, attraverso un tavolo di lavoro preparatorio nell’ambito del quale, in via ricognitiva, individuare le tematiche di maggior rilievo per la professione”.
Si tratta, insomma, di tirare fuori dalle secche in cui si è insabbiata la trattativa per il rinnovo del Ccnl, come spiega lo stesso Mandelli nella sua lettera: “La nostra offerta nasce dalla constatazione di una situazione critica per tutti gli attori del servizio farmaceutico, collaboratori e titolari, e dalla necessità di non trascurare nessuna strada per avviare un percorso che conduca a un accordo positivo e soddisfacente per tutti”.
Il presidente Fofi offre anche alcune suggestioni in ordine alle questioni che potrebbero essere oggetto di discussione del tavolo “preparatorio” o “ricognitivo” che dir si voglia: “la previsione di meccanismi di premialità per i colleghi che investono nella loro preparazione, differenziare in modo netto il trattamento del personale farmacista da quello del personale non farmacista e, aspetto sempre più evidente, porre un freno alle situazioni di utilizzo distorto di alcuni istituti contrattuali, che possono essere all’origine di criticità sul piano deontologico”.
L’iniziativa di Fofi contribuisce a riportare al centro della scena un tema di assoluto rilievo ma fin qui coperto da una cortina di silenzio, e in questo senso è certamente opportuna e meritoria. Resta ovviamente da vedere se e come sarà accolta da Federfarma e, per converso, quali reazioni susciterà invece tra le sigle sindacali dei dipendenti, non previste – per quanto è dato di capire – al “tavolo preparatorio” proposto dalla Fofi, almeno in questa prima fase.
Al riguardo, RIFday ha sentito Marcello Gregorio, segretario regionale di Uiltucs: “Dell’invito di Fofi a Federfarma di dar vita a una sorta di tavolo che metta a fuoco le criticità del rinnovo contrattuale so soltanto quanto ha fin qui riferito la stampa di settore” spiega il sindacalista. “L’iniziativa, decisamente irrituale, almeno un merito ce l’ha, ed è quello di riportare al centro delle cronache un tema che sui giornali di categoria è invece generalmente e colpevolmente ‘silenziato’. Se poi questa sorta di operazione esplorativa di Fofi dovesse servire a far finalmente sedere Federfarma, il prima possibile, al tavolo delle trattative che ha fino a oggi disertato per quattro anni, ben venga. Perché deve essere chiaro a tutti che per noi l’unico tavolo che conta è quello” conclude Gregorio “ed è su quello che bisognerebbe concentrare tutte le energie per avviare a soluzione il rinnovo del Ccnl, senza penalizzare ulteriormente farmacisti collaboratori e dipendenti”:
