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giovedì 28 Marzo 2024
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Report Pgeu 2016: “La farmacia è un centro di salute pubblica”

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Roma, 28 marzo – I cittadini di 9 Paesi europei possono agevolmente vaccinarsi contro l’influenza entrando semplicemente in una farmacia. In altri 15  Stati dell’Unione le farmacie di comunità prendono in carico i malati cronici e ne gestiscono e monitorano le terapie, mentre sono 13 i Paesi dove in farmacia vengono proposti servizi di consulenza sul corretto uso dei farmaci, sul rispetto dei  piani  di cura e sull’aderenza alla terapia prescritta dal medico. E non basta: in 11 Paesi dell’Unione le farmacie prevedono uno specifico servizio per i pazienti che iniziano la somministrazione di un nuovo farmaco, in 15 Paesi offrono programmi per la gestione dei pazienti diabetici, in 14 programmi per la gestione dell’asma e sempre 14 sono gli Stati dove le farmacie si occupano dell’ipertensione. In altri tre Paesi (tra i quali c’è anche il nostro) gli esercizi farmaceutici collaborano con i servizi sanitari per realizzare campagne di prevenzione attraverso screening oncologici, offrendo test e analisi per la diagnosi precoce di tumori intestinali. Quasi superfluo, poi citare, che nella quasi totalità dei Paesi europei le farmacie di comunità mettono a disposizione dei cittadini  test come la misurazione dei valori della pressione sanguigna, della glicemia e del colesterolo nel sangue. le rilevazione del peso corporeo e la verifica dell’indice di massa corporea. Rimanendo al loro core business (il farmaco), le farmacie sono il presidio che assicura l’informazione  dei pazienti in materia di appropriatezza nell’uso delle medicine, attività fondamentale soprattutto per farmaci come gli antibiotici, i cui misuse and abuse sono la prima causa del dilagane fenomeno dei batteri resistente ai trattamenti. E restano il primo, tradizionale riferimento per consigli e indicazioni sui corretti stili di vita: solo per fare un esempio tra i tanti possibili, in 20 Paesi della Ue le farmacie di comunità assistono i tabagisti che vogliono smettere di fumare, individuando i programmi, prodotti e supporti  più utili per aiutarli a farlo.
È il panorama che emerge dal Report Annuale 2016 del Pharmaceutical Group of European Union (Pgeu), la sigla che riunisce a livello comunitario le associazioni nazionali della farmacia e della professione farmaceutica (per l’Italia ne fanno parte Federfarma e Fofi), presentato nei giorni scorsi e opportunamente dedicato al tema La farmacia di comunità, un centro di salute pubblica,
E, in effetti, il rapporto europeo evidenzia e stressa il ruolo fondamentale svolto dalle farmacie di comunità in Europa: sono circa 46 milioni ogni giorno i cittadini che entrano negli esercizi dalla croce verde (i soli presidi di salute aperti direttamente sulla strada, ogni giorno e a ogni ora, dove si entra senza chiedere permesso e senza prendere  appuntamenti) in cerca di assistenza, cure e consigli. Una vera e propria front line dei sistemi di salute, dei quali rappresentano la prima interfaccia per i cittadini.
Una realtà che il segretario generale del Pgeu, Jurate Svarcaite (nella foto), ha voluto sottolineare, ricordando come buona parte dei milioni di cittadini che entrano in farmacia – sani o malati che siano – non ha contatti con altri professionisti sanitari. “Il Report Pgeu 2016 evidenzia che la rete delle 160 mila farmacie di comunità in Europa ha già contribuito significativamente alla salute della comunità locale e all’efficacia e alla qualità del sistema sanitario” ha detto Svarcaite. “Con il giusto supporto e riconoscimento delle istituzioni, la rete delle farmacie offre un’opportunità unica ai governi per provvedere sia a una più ampia cura sanitaria preventiva, che a una migliore gestione a lungo termine”.
Il Rapporto Pgeu passa in rassegna i principali ambiti di attività delle farmacie e dei farmacisti di comunità.  Il primo è la protezione della salute: il farmacista di comunità tutela la salute pubblica, offrendo una difesa contro malattie virali e gli  effetti collaterali dei farmaci. Insieme alla tutela della salute, c’è il contributo al suo miglioramento: attraverso la consulenza, la partecipazione a programmi di prevenzione e screening sanitari e l’educazione sanitaria, farmacia e farmacista aiutano a diminuire il ricorso ai medici generici, al pronto soccorso e ai ricoveri ospedalieri, giocando un ruolo chiave nel miglioramento della salute della comunità e “alleggerendo” i costi della sanità pubblica. E con la fornitura di servizi, prestazioni e prodotti di salute di qualità, l’innovazione continua e il miglioramento del suo servizio, la farmacia di comunità contribuisce all’efficacia complessiva e alla qualità del servizio sanitario prestato in tutta Europa. Al riguardo, il report sottolinea come oltre 1,2 milioni di decessi l’anno potrebbero essere evitati in Europa attraverso l’introduzione di politiche e programmi di prevenzione più efficaci. Non solo:  sviluppando i servizi per la prevenzione offerti in farmacia potrebbero essere evitati 632 ricoveri per complicanze ogni 100.000 abitanti, soprattutto per diabete, asma o eventi cardiologici.
In conclusione, il rapporto Pgeu si occupa della recente proposta di Direttiva presentata dalla Commissione europea concernente l’introduzione di un test di proporzionalità preventivo che gli Stati membri devono effettuare prima di introdurre una nuova disposizione che regolamenti le professioni o modifichi la normativa vigente, e ciò al fine di garantire che le norme nazionali non stabiliscano regole troppo restrittive. Sul punto, il Pgeu, insieme alle associazioni europee di rappresentanza dei medici e dei dentisti, ha già indirizzato all’inizio di quest’anno  un documento alla Commissione Europea, per evidenziare le ragioni che suggeriscono di escludere le professioni sanitarie dall’ambito di applicazione della Direttiva, così come accadde nel 2007 per la Direttiva Bolkenstein.

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