
Grillo: “Fsn 2019, un miliardo in più”. Il Pd: “Non si intesti il merito, aumento già previsto”
Roma, 28 settembre – “Segnalo che per l’anno 2019 il livello del finanziamento del fabbisogno sanitario standard a cui concorre lo Stato sarà incrementato di un miliardo rispetto alle disponibilità del 2018”.
Lo ha detto ieri la ministra della Salute, Giulia Grillo (nella foto), nel corso del question time al Senato. “A tal proposito, ritengo opportuno ricordare che, proprio a fronte delle voci di costo che caratterizzeranno ancora nell’immediato futuro l’andamento della spesa sanitaria (acquisto di farmaci ospedalieri e, in particolare, spesa per farmaci innovativi-anti epatite C e per farmaci innovativi oncologici), nello stato di previsione del ministero della Salute sono stati istituiti due fondi per il concorso al rimborso alle Regioni della spesa per l’acquisto dei farmaci innovativi e per l’acquisto dei farmaci innovativi oncologici”.
“Come è noto, le risorse statali non esauriscono l’intera disponibilità di fondi delle Regioni chiamate ad erogare assistenza e servizi sanitari” ha aggiunto la ministra. “Al finanziamento statale vanno aggiunti i ricavi derivanti dalla compartecipazione del cittadino alla spesa sanitaria (ticket), per fruire sia di talune prestazioni di assistenza specialistica sia di assistenza farmaceutica, nonché il gettito fiscale di cui beneficiano le
Regioni sottoposte a Piano di rientro dai disavanzi sanitari (massimizzazione delle aliquote fiscali Irap e addizionale Irpef). È possibile quindi affermare che il descritto rapporto tra il finanziamento e la spesa del Ssn fornisce adeguate garanzie in merito alla sostenibilità del sistema””.
Grillo ha anche fatto riferimento alla spinosa questione del personale Ssn, rammentando che “la legge di stabilità per il 2017 aveva previsto, nell’ambito del Fondo sanitario nazionale, il vincolo delle risorse necessarie a garantire il rinnovo dei contratti riguardanti il personale dipendente e convenzionato con il Ssn, senza tuttavia prevedere a tale scopo un incremento dello stesso Fondo. Pertanto, in sede di rinnovo dei contratti nollettivi nazionali è emersa l’insufficienza delle risorse per poter garantire i benefici contrattuali”.
“Ecco perché rinnovo, anche in questa sede, il mio impegno a verificare, nell’ambito della prossima manovra finanziaria, la possibilità di individuare le risorse necessarie sia al riconoscimento dei benefici contrattuali sia ai fabbisogni assunzionali” ha concluso la titolare del dicastero “anche in considerazione della ‘fuga’ dei professionisti dal SSsn, che si è registrata negli ultimi anni, nella consapevolezza che avviando una efficace politica per il personale potrà essere incrementata e potenziata l’attrattività dell’intero sistema sanitario”.
C’è però chi offre tutt’altra lettura dell’entità delle risorse destinate alla sanità, facendo anche notare che la ministra si intesta un merito (il miliardo in più di Fsn rispetto allo scorso anno) che proprio non può rivendicare, essendo l’incremento già previsto e indicato nel bilancio pluriennale approvato a dicembre dello scorso anno, che fissava in 113,4 miliardi la disponibilità del Fondosanitario 2018 e in 114,4 miliardi di euro quella per il 2019.
“La ministra non spacci per suo impegni già fissati e contro i quali aveva peraltro espresso un voto negativo” dichiara al riguardo Elena Carnevali, membro della presidenza del gruppo Pd alla Camera, che racconta un’altra verità: “Grillo, in realtà, viene meno alle promesse del governo del cambiamento” afferma la deputata democrat. “Dopo aver assicurato fin dal suo insediamento che avrebbe garantito risorse per il rinnovo del contratto della dirigenza medica, lo sbocco delle assunzioni, le nuove assunzioni e d borse di studio per gli specilizzandi aggiuntive, nonché l’abolizione del super ticket, oggi si trincera dietro il miliardo già previsto. Negli anni di governo del centro-sinistra, oltre a aver incrementato il Fondo sanitario, aver provveduto al rinnovo del comparto, alla stabilizzazione del personale ed integrato le borse degli specializzandi, abbiamo dovuto fare i conti in particolare con la sentenza del riguardante il ricorso delle regioni a statuto speciale relativo al contributo per il risanamento dei conti pubblici, che ha fatto venir meno 600 milioni di euro”.
