Roma, 9 maggio – Le vaccinazioni non hanno solo un impatto sulla nostra salute in termini di prevenzione di malattie infettive, ma possono essere oggetto anche di una valutazione economica ai fini della sostenibilità. Ogni euro investito in vaccinazione ne restituisce in media 2,5 in termini di gettito fiscale e 20 in termini di risparmi previdenziali.
È quanto calcola Altems, L’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari dell’Università Cattolica del Cacro Cuore di Roma, che ha promosso due giorni fa nella Capitale il convegno Vaccinarsi’ consapevolmente… 50+, del quale riferisce un lancio dell’agenzia Dire.
“Abbiamo implementato un modello di simulazione” afferma Matteo Ruggeri, economista sanitario e docente dell’Università Cattolica “per stimare quale fosse l’impatto fiscale di politiche vaccinali riguardanti l’influenza, lo pneumococco e l’Herpes zoster. Utilizzando dati di letteratura e stime Inps ed Istat abbiamo considerato le variabili demografiche, regionali e cliniche, per mettere in relazione le giornate di lavoro perse nelle varie regioni italiane con il numero di infetti”.
Al convegno, che ha visto la partecipazione di medici, economisti, rappresentanti di diversi ministeri (tra cui Salute e MEF) e dell’Inps, sono stati illustrati i risultati delle ‘vaccinazioni dell’adulto’, antinfluenzale, antipneumococcica e contro l’herpes zoster. L’obiettivo è quello di rivolgere a questi strumenti di prevenzione uno sguardo rivolto all’impatto fiscale.
In tutti e tre i casi, sia l’impatto fiscale che le perdite di produttività sono inferiori al Sud rispetto al Nord, ma comunque più elevate rispetto alle regioni del Centro. Al livello generico, al Nord il recupero di gettito fiscale ammonta a 2,62 euro mentre al Centro e al Sud èdi poco inferiore ai 2,4. Il risparmio previdenziale per ogni euro investito in vaccinazione ammonta, invece, a circa 22 euro al Nord, mentre al Sud e al Centro è di poco inferiore ai 19 euro.
Nello specifico, la vaccinazione antinfluenzale consente un maggior recupero sia di gettito che di risparmi previdenziali in senso aggregato, con 240 milioni al Nord, 110 al Sud e 100 al Centro. La vaccinazione antipneumococco è quella, invece, che restituisce maggior gettito fiscale procapite, con cifre intorno ai 4 euro al Nord e 3,5 al Centro e al Sud. La vaccinazione anti herpes zoster, infine, permette il maggior recupero di costi previdenziali procapite. Quasi 26 euro al Nord e poco meno dei 25 al Centro e al Sud.
Il risultato è stato raggiunto dall’effetto combinato della composizione della popolazione per eta’ e dei redditi procapite, incrociando questo dato con un’altra variabile di notevole importanza: il tasso di assenteismo. Questo risulta più alto al Sud, e la composizione degli occupati per settore produttivo, secondo recenti evidenze, indica che nel settore pubblico si registra quasi il 25% di assenze in piu’ al lavoro rispetto al settore privato.
La sostenibilitàdel Ssn ha bisogno di adottare l’approccio dell’Hta (Health technology assesment) e della valutazione economica, per assicurarsi che ogni tecnologia utilizzata dal sistema sanitario sia in grado di generare ‘valore’ per il singolo e per la popolazione.
“La prevenzione rappresenta un’opzione costo-efficace per quelle patologie che sono appunto prevenibili” ha concluso Americo Cicchetti, direttore dell’Altems. “Su queste basi che abbiamo iniziato un programma di ricerca sul tema della vaccinazione in età adulta, perchè riteniamo che ci sia un grande valore clinico ed economico dietro la promozione della vaccinazione negli adulti”.