
Francia, l’Alta autorità di salute boccia l’omeopatia: non va ammessa al rimborso

Roma, 2 luglio – L’annus horribilis dell’omeopatia in Francia (uno dei pochi Paesi dove questa disciplina gode di uno status privilegiato, essendo i farmaci omeopatici gli unici medicinali “alternativi”ammessi al rimborso, sia pure parziale, della sicurezza sociale) non accenna a finire: dopo la sospensione del diploma universitario di omeopatia da parte della facoltà di Medicina dell’Università di Lille dello scorso autunno e le stroncature arrivate nello scorso mese di marzo dalle Accademie di Medicina e di Farmacia, è infatti arrivata lo scorso 26 giugno la tanto attesa “sentenza” dell’Has, l’Haute autoritè de santé, il cui parere era stato richiesto direttamente dal ministero della Salute francese. Inequivocabile il “verdetto” emesso (a maggioranza) dall’organismo pubblico che si occupa della valutazione, certificazione e accreditamento di prodotti, pratiche, servizi e le tecnologie mediche e sanitarie da un punto di vista medico ed economico, in vista della loro ammissione al rimborso: l’efficacia dei medicinali omeopatici è insufficiente (qui il parere dell’Has) per giustificare che il loro impiego in terapia sia anche solo parzialmente rimborsato dal sistema di copertura sanitaria.
La Commissione ha condotto la valutazione esaminando circa 1200 medicinali omeopatici, con differenti tassi di diluizione e in varie combinazioni, e analizzato oltre 1000 pubblicazioni scientifiche, insieme ai contributi delle parti interessate nonché i documenti e i file presentati dai tre laboratori che producono farmaci omeopatici (Boiron, Weleda e Rocal-Lehning).
Il parere dell’Has è stato inviato al ministero che lo aveva richiesto, quello della Salute, al quale spetta la decisione finale sul mantenimento del rimborso dei farmaci omeopatici da parte dell’assicurazione sanitaria. La parola definitiva, dunque, sarà quella della ministra della Salute Agnès Buzyn (nella foto). Circostanza che non può lasciare tranquilli i sostenitori dell’omeopatia d’Oltralpe, visto che la titolare del salute negli ultimi mesi si è decisamente schierata sul fronte dell’Ebm, l’evidence based medicine, dopo essere stata in linea di principio favorevole (almeno fino all’estate scorsa) al mantenimento del rimborso dei farmaci omeopatici, riconoscendo loro un “probabile effetto placebo” e il fatto che “non fanno male”. Posizione poi progressivamente e sempre più nettamente rivista – anche sulla spinta delle pressioni della comunità medica e scientifica – e quindi espressa, in pubbliche interviste, in una inequivocabile affermazione: “Sono incredibilmente razionale, io credo nella scienza e dunque credo nella prova scientifica”.
Da qui la decisione, lo scorso autunno, di sottoporre le cure omeopatiche al vaglio dell’Haute autoritè de santè, che si è espressa come appena riferito: ragionevole attendersi che Buzyn assuma ora decisioni coerenti e conseguenti, che certamente scateneranno una nuova e forse ancora più forte ondata di polemiche.