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giovedì 18 Aprile 2024
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Kenya, team di ricerca dell’agenzia statale scopre un gel efficace contro l’Hiv

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Roma, 8 luglio – Potebbe arrivare proprio dall’Africa, il continente in assoluto più colpito dall’Hiv, il primo prodotto antivirale contro la piaga dell’Aids. Una ricerca in corso ormai da anni condotta per conto dell’agenzia statale kenyota Institute of Primate Research, ha infatti permesso di mettere a punto un farmaco in forma di gel (denominato UniPron) che sarebbe in grado di inibire l’Hiv  e, utilizzato prima dell’atto sessuale, di esercitare una funzione spermicida che lo rende anche un efficace anticoncezionale.

Secondo quanto riferisce l’agenzia Africa Express, gli studi sul prodotto, in corso da 12 anni (UniPron è stato coperto da brevetto già nel 2007) avrebbe già ottenuto il riconoscimento di prestigiose istituzioni della medicina mondiale, come la Royal Academy of Engineering di Londra. Un  risultato straordinario, per  le modeste strutture di ricerca scientifica di cui dispone un Paese in via di sviluppo come il Kenia, che – laddove le fasi finali della sperimentazione clinica sull’uomo che stanno per partire  confermassero l’efficacia e la tollerabilità del farmaco – riuscirebbero nell’impresa di arrivare prima dei giganteschi apparati internazionali che, a uon di investimenti miliardari, cercano da decenni di conseguire lo stesso risultato.

Il farmaco, ha spiegato Peter Gichuhi Mwethera (nella foto),  direttore di  Medical Africa Limited e coordinatore della ricerca insieme a Kavoo Linge e Hastings Ozwara, contiene un composto fortemente acido nel quale il retrovirus Hiv non può sopravvivere. Il prodotto sarebbe attivo anche nei confronti del liquido seminale maschile, distruggendo gli spermatozoi e diventando cosi anche un valido anticoncezionale. La sperimentazione in laboratorio avrebbe inoltre dimostrato che UniPron è in grado di sconfiggere ogni altra infezione di origine sessuale.

Laddove la sperimentazione umana si concludesse con successo, per le strutture di ricerca del Kenya si porrà il problema di individuare i giusti canali per produrre e commercializzare il prodotto sul mercato,  senza che lo straordinario successo conseguito dai ricercatori africani, scrive Africa Express “venga fagocitato dai colossi farmaceutici mondiali”.

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