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giovedì 18 Aprile 2024
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Artena, come una città di 15 mila abitanti può ritrovarsi senza farmacie

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Roma, 9 gennaio – Il fallimento delle società Farmacie Farmaca e di Farmaca Farmacie, dichiarato lo scorso  14 novembre dal Tribunale di Milano, fa sentire i suoi effetti anche nel Lazio, una delle regioni (insieme a  Lombardia, Emilia Romagna, Puglia e Sicilia) nelle quali operavano le due società fallite, che avevano puntato sul business farmaceutico con la costituzione di una catena di farmacie che aveva già acquisito 13 farmacie sul territorio nazionale.

Oltre al caso della farmacia  Zarri, storico esercizio bolognese, rimbalzato anche sulle cronache nazionali, il fallimento di Farmaca ha infatti prodotto conseguenze pesantissime anche a Artena, cittadina dell’area metropolitana della Capitale con circa quindicimila abitanti e tre farmacie, tutte riconducibili a Farmaca.

La società, che sul suo sito si presentava affermando di possedere “l’esperienza necessaria per rilanciare le farmacie in difficoltà e farle diventare un punto di riferimento sul territorio”,  aveva infatti acquisito nel marzo del 2019 la società La Farmacia Sas, proprietaria delle due farmacie private della cittadina e titolare della concessione della farmacia comunale, riaperta proprio  in concomitanza con l’arrivo di Farmaca, dopo una chiusura di tre anni e mezzo a seguito del fallimento di Ge.Se.Farma srl, società di cui il Comune di Artena era socio di maggioranza.

Proprio in occasione della riapertura della farmacia comunale (nella foto di La Nuova Tribuna un momento dell’inaugrazione dell’esercizio, il 30 marzo dello scorso anno), l’amministratrice di Farmacie Farmaca Florena Caruso, secondo quanto riferiscono le cronache locali dell’epoca, aveva annunciato grandi cambiamenti e innovazioni nel servizio: visite specialistiche, servizi alla cittadinanza, possibilità di acquistare online alcuni prodotti e altro ancora.

Un futuro di magnifiche sorti e progressive purtroppo smentito da una realtà dei fatti ben diversa: la comunità di Artena ha infatti dovuto fare i conti fin da subito con la scarsa reperibilità di farmaci nei tre esercizi della città, un ritardo nell’apertura della farmacia comunale e addirittura la chiusura di una delle farmacie, quella di piazza Unione, per carenza di personale. Sintomi evidenti del disastro societario che si andava profilando per Farmaca e che ha portato all’attuale, drammatica situazione delle farmacie di Artena, i cui dipendenti non sanno nemmeno più a chi rivolgersi.

In pratica, è rimasto aperto un’unico esercizio, quello di via Fleming, ancora attivo solo per il senso di responsabilità dei dipendenti, che affermano di non ricevere lo stipendio da cinque mesi, non si sono visti corrispondere  tredicesima e quattordicesima e da luglio non vedono le loro buste paga. Il problema è che, nel caos seguito al fallimento delle due società Farmaca, non sanno più chi sia l’amministratore della società di cui sono dipendenti.

Non bastasse, l’esercizio opera senza un direttore: la direttrice della farmacia si è infatti dimessa dall’incarico, pur rimanendo dietro al bancone al solo scopo di garantire la prosecuzione del servizio alla comunità dei cittadini. Due dipendenti, secondo quanto riferiscono le cronache locali,  sono in malattia e la farmacia rimane aperta con tre dipendenti in tutto, in pratica impossibilitati a fruire di riposi e ferie.

“In queste condizioni sabato 4 gennaio non siamo riusciti a tenere aperto”  hanno dichiarato ieri alla testata locale La Nuova Tribunatanto più che dal 2 dicembre non ricaricano i farmaci e attualmente la farmacia non ha a disposizione i medicinali stagionali: quando arrivano le persone se abbiamo i medicinali che chiedono glieli diamo, ma se non li abbiamo disponibili siamo costretti a mandarle via”.

La situazione è paradossale: nell’unica farmacia di Artena rimasta aperta, proprio mentre la pandemia influenzale stagionale si avvia a raggiungere il suo picco, non sono disponibili i più comuni farmaci per fronteggiare i malanni stagionali. “Una situazione da terzo mondo” commentano i cittadini di Artena, in particolare gli anziani, costretti a spostarsi a Valmontone, Lariano, Colleferro o Giulianello per acquistare i farmaci.

Il tutto avviene senza informazioni su come si sintenda affrontare e risolvere la problematica situazione: il Comune, di fronte a un’emergenza che dura ormai da almeno due mesi, è riuscito soltanto il 3 gennaio scorso ad approvare una delibera di Giunta con la quale viene dato il via  all’affidamento provvisorio della farmacia comunale, così da garantire alla comunità cittadina l’apertura e la piena operatività almeno di un esercizio. Ma, in attesa che la procedura di assegnazione faccia il suo corso, gli artenesi, obtorto collo,  devono provvedere alle loro necessità di terapie nei comuni viciniori.

A restare con il cerino in mano, fin qui, sono i dipendenti delle farmacie, in particolare quelli dell’unica e ultima rimasta aperta a via Fleming, che letteralemnte non sanno più a chi rivolgersi: “A un certo punto – spiegano a La Nuova Tribuna i dipendenti della farmacia di via Fleming – dopo aver spostato i dipendenti dalla farmacia di piazza Unione alla Comunale, la precedente amministratrice (la già ricordata Caruso, legale rappresentante della Farmacie Farmaca spa, ndr) ci ha detto che non era più in carica, poi anche l’amministratore giudiziale ci ha detto che non c’entrava niente. Infine abbiamo scritto via pec ai curatori nominati dal Tribunale e il curatore della Farmacie Farmaca ci ha risposto che non è il nostro amministratore perché la società di cui siamo dipendenti (la Farmacie Artena sas, ndr) non è fallita. Ora abbiamo dovuto incaricare anche noi degli avvocati per capire che fine fare”.

Una situazione a dir poco kafkiana, che induce a qualche riflessione su un’evenienza che la legge 124/2017 sembra proprio non aver presa nella benché minima considerazione, ritenendola impossibile più ancora che improbabile: il fallimento di un soggetto unico proprietario, come ad Artena,  di tutte le farmacie operanti nel Comune. Un’ipotesi che, come si è visto, si è dimostrata molto meno astratta di quanto, evidentemente, qualcuno riteneva.

Intanto, per ora stanno pagando solo gli incolpevoli: i cittadini di Artena e i dipendenti delle farmacie, che oltre al danno debbono subire la beffa di indossare gli scomodi panni dei capri espiatori. C’è infatti chi se la prende con loro (che con la proprietà e la gestione non c’entrano niente) per il mancato servizio farmaceutico nella citta: “Ci sono molte persone che sono solidali con noi” spiegano ai girnali locali “ma altre ci bersagliano di offese, acnhe via social, e non è giusto. Non c’entriamo niente con la gestione e non dipende da noi se la società è inadempiente anche con i fornitori”.

I disagi per l’interruzione del servizio farmaceutico ad Artena hanno anche riportato d’attualità il caso della quarta sede farmaceutica  della cittadina,  istituita in Contrada Macere e compresa tra quelle messe a concorso dalla Regione Lazio del 2012,  che risulta ancora non assegnata. Anche in occasione del  terzo interpello dello scorso mese di settembre, infatti, nessuno tra i farmacisti risultati vincitori  ha espresso la preferenza per la quarta farmacia di Artena.

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