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martedì 10 Dicembre 2024
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Prezzi selvaggi sul web per disinfettanti e mascherine, è polemica tra Tagadà e parafarmacie

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Roma, 27 febbraio – Quello del coronavirus non è un tema che (sotto il profilo informativo) consenta approssimazioni o anche solo eccessi di disinvoltura, per le sue straordinarie implicazioni sanitarie e sociali. E men che meno sono consentiti, approssimazioni ed eccessi di disinvoltura, nella cosiddetta informazione main stream, quella che passa sulle reti tv generaliste e raggiunge ampie porzioni di popolazione,  dove gli “infortuni” informativi rischiano ovviamente di produrre danni maggiori. Malauguratamente, però, i sopraddetti infortuni si verificano anche qui. Come è accaduto ieri nel corso di una nota e seguita trasmissione dell’emittente La7, Tagadà, condotta da Tiziana Panella (nella foto), in un servizio dedicato alle sciacallesche speculazioni che si registrano (in particolare sul web) a margine dell’allarme Covid-19, con la vendita di dispositivi e prodotti per proteggersi dal rischio contagio (mascherine e gel disinfettanti per le mani) a prezzi da gioielleria.

L’autrice del servizio, Francesca De Benedetti, spiegando le ragioni per le quali prodotti fino a ieri a basso costo oggi sono proposti sul web a cifre aumentate esponenzialmente, chiarisce che – trattandosi di libero mercato – non vi sono norme che impediscano di vendere un flaconcino di gel disinfettante a un prezzo del 500% superiore a quello abituale. La giornalista cita l’esempio eclatante di un litro di Amuchina venduto su e-bay a quasi 800 euro. De Benedetti mette però un piede in fallo quando si chiede come siano possibili aumenti-monstre di questo tipo. “Semplice” si risponde testualmente la giornalista “a venderli on line non sono le farmacie, le cui vendite on line sono regolamentate, ma parafarmacie e venditori web”.

Affermazione che non poteva avviamente passare inosservata nel mondo delle parafarmacie, finite senza colpo ferire e in blocco nel mucchio selvaggio di quanti speculano senza scrupoli facendo leva sulle paure dei cittadini. Inevitabili e immediate le reazioni, prima tra tutte quella di Paolo Moltoni, titolare romano di parafarmacia e presidente della FederFarDis, Federazione farmacisti e disabilità Onlus, una delle sigle di settore.

Moltoni ha immediatamente indirizzato alla conduttrice del programma, Tiziana Panella, una richiesta di correzione urgente dell’affermazione, ritenendola in tutta evidenza falsa e lesiva dell’immagine delle parafarmacie e dei farmacisti che vi lavorano: “Le vendite on line per le parafarmacie sono regolamentate allo stesso modo delle vendite on line per le farmacie” scrive il presidente FederFarDis, levandosi lo sfizio di ironizzare definendo la sua precisazione una “notizia dell’ultima ora”.
Questo lo stato delle cose, a significare che non si può impunemente gettare l’ombra del sospetto di sciacallaggio sull’intero universo delle 4500 parafarmacie italiane  attraverso affermazioni che, a giudizio di Moltoni,  denotano “superficialità nella ricerca di informazioni da parte della giornalista che ha confezionato il servizio e della redazione che poi lo ha mandato in onda“. E per comprovare a contrariis che farmacie e parafarmacie, in materia di vendite on line, sono assoggettate alle stesse norme, cita (e documenta con una foto) il caso di una farmacia che attraverso eBay vende tre flaconi di Amuchina da 80 ml al prezzo di 150,90 euro, ovvero 50,30 euro a flacone per un prodotto che, mediamente, è in vendita a 4 euro circa.
L’informazione della giornalista, scrive Moltoni, “crea un grave danno di immagine e quindi economico agli oltre 10.000 farmacisti che ogni giorno operano nelle parafarmacie italiane, che in questo particolare momento, alla stregua dei colleghi che operano nelle farmacie, sono vicini per competenza ai cittadini”.
Scontata la richiesta di un’immediata correzione, in mancanza della quale – annuncia Moltoni –  “saremo costretti a rivolgerci alle autorità competenti”.

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