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sabato 20 Aprile 2024
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Covid-19, lotta senza quartiere di GdF e Nas contro gli speculatori del web

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Roma, 5 marzo – “Il cerchio della vita impone che per un re leone vivano almeno tre iene”: così cantava giusto un mese fa a Sanremo uno scapigliato gruppo pop, del tutto ignaro che il verso della loro orecchiabile canzone sarebbe diventato di lì a poco di incredibile attualità, una sorta di leit motif dell’intensa campagna che le forze dell’ordine (carabinieri dei Nas e Guardia di Finanza in testa) hanno avviato nel Paese per contrastare le speculazioni (davvero vergognose) spuntate come funghi, in particolare sul web,  a margine dell’emergenza coronavirus.

Si potrebbe stare a sottilizzare che un conto sono le iene  e un altro gli sciacalli, ma si tratta di dettagli, alla fine sempre di animali opportunisti si tratta. La canzone in parola, dunque, ben si presta a fare da colonna sonora all’operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Torino che ha portato nei giorni scorsi a individuare sul web un bel po’ di sciacalli e iene a due zampe intenti a lucrare cinicamente sulla comprensibile paura degli italiani per il diffondersi della Covid-19.

C’è anche chi – informa una nota ufficiale della GdF – ha avuto la bella pensata di aprire sul web un “coronavirus shop” (sic!) dedito alla vendita di articoli spacciati  spacciati come armi di difesa contro il virus e venduti a prezzi folli. Le fiamme gialle di Torino, che stanno proseguendo le indagini dopo le estese operazioni già condotte per stroncare le speculazioni e i traffici illeciti, hanno trovato di tutto e di più: ionizzatori d’ambiente, mascherine, tute, guanti protettivi, prodotti igienizzanti, occhiali, kit vari, facciali filtranti, copri-sanitari, integratori alimentari, tutti  ingannevolmente pubblicizzati dai venditori come presidi che, se usati, possono garantire l’immunità totale da Covid-19.

Sono già 33 i truffatori del web (tutti pronti a garantire una protezione totale dal contagio dal coronavirus) individuati e segnalati all’autorità giudiziaria, accusati di aver messo in vendita sulla rete i più disparati articoli, apparecchiaturee dispositivi di protezione individuale a prezzi anche dell’ordine delle migliaia di euro, come già riferito da molte e scandalizzate cronache nei giorni scorsi.

Secondo quanto riporta la nota della GdF, i baschi verdi del Gruppo Pronto Impiego Torino, coordinati dai magistrati Vincenzo Pacileo e Alessandro Aghemo della Procura della Repubblica di Torino, sono riusciti a identificare ulteriori 14 imprenditori, tutti italiani, responsabili di frode in commercio, che ora rischiano fino a due anni di reclusione.

Sul punto, la Guardia di Finanza pone in evidenza il fatto che le autorità sanitarie sono state ripetutamente chiare nel lanciare i messaggi alla collettività sulle modalità di utilizzo, sulla tipologia e sull’effettiva protezione degli articoli sanitari che in ogni caso devono esser associati a un corretto stile di vita dal punto di vista igienico-sanitario, senza sottolinearne inesistenti effetti “miracolistici”.

La frode scoperta dalla Guardia di Finanza torinese riguarda tutto il territorio nazionale. A scorazzare sul web con “proposte indecenti” sono stati in molti: ferramenta, commercianti di detersivi, autoricambi, coltivatori diretti e allevatori di bestiame, venditori porta a porta, profumerie. Le province coinvolte nella meritoria operazione sono Torino, Cosenza, Napoli, Foggia, Rimini, Salerno, Caserta, Modena, Cagliari, Campobasso, Mantova e Macerata.
Da segnalare anche l’analoga operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Milano che ha portato nei giorni scorsi al sequestro di centinaia di mascherine e prodotti disinfettanti venduti online a prezzi maggiorati dal 100 al 400%. Gli accertamenti si sono concentrati in particolare su un centro di distribuzione logistica in provincia di Piacenza e su rivenditori, anche privati, nelle province di Napoli e Bologna.

Anche il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute ha acceso i riflettori sulle speculazioni legate all’emergenza coronavirus,  disponendo che i Nuclei presenti sul territorio effettuino dei servizi straordinari finalizzati a verificare il rialzo fraudolento dei prezzi di alcuni dei prodotti più ricercati nell’ambito del contrasto alla diffusione del Sars CoV 2.

E non c’è voluto molto per raccogliere frutti: il Nas di Udine ha ispezionato un esercizio commerciale in provincia di Gorizia, sequestrando prodotti per un valore di 1000 euro, venduti all’interno di una struttura irregolare. I carabinieri hanno sanzionato il responsabile dell’attività per un valore di 13.000 euro, mentre le autorità locali hanno disposto l’immediata chiusura dell’esercizio commerciale.

Anche il Nas di Bari ha battuto un colpo, ma questa volte non c’entra il coronavirus, bensì il contrasto al fenomeno delle truffe in danno del Ssn. Al termine di attività investigativa, i carabinieri del capoluogo pugliese  hanno eseguito il provvedimento cautelare della sospensione di 12 mesi dalla professione nei confronti di un medico di medicina generale, nonché il sequestro preventivo di 46mila euro derivante da illecita attività del professionista. Il medico, titolare di uno studio in Bari, è stato ritenuto responsabile di truffa per aver prescritto farmaci ad alto costo, soprattutto per la cura della disfunzione erettile, ad ignari pazienti esenti, per i quali era previsto il rimborso da parte del SSN, cedendoli a pagamento a terzi. Coinvolti anche due farmacisti della città,  rei di aver fatto uso delle ricette false con cui il medico richiedeva il rimborso.

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