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venerdì 29 Marzo 2024
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Sicurezza in farmacia, Filcams a Federfarma: “Basta tacere, è ora di fatti concreti”

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Roma, 24 aprile – Tutela della sicurezza e della salute dei dipendenti in farmacia, Federfarma se ci sei batti un colpo. La Filcams Cgil torna a sollecitare il sindacato dei titolari su una materia che, ai tempi di Covid-19, è assolutamente vitale, quella delle misure che garantiscano appunto di lavorare nelle farmacie aperte al pubblico con adeguate protezioni dal possibile contagio da coronavirus. Misure che, secondo Filcams Cgil,  sono però “ancora molto variegate e spesso non pienamente adeguate“.

In una nota pubblicata sul suo spazio dedicato farmacie.blog,  la Filcams ricorda di aver già più volte richiamato il problema alla sigla delle farmacie private, a partire dal 6 marzo scorso, giorno successivo al primo decreto che estese l’allarme Covid a tutto il territorio nazionale, quando fu indirizzata a Federfarma la richiesta di un confronto urgente sul tema. Dopo otto giorni, il 14 marzo, ci fu la firma del protocollo sulla sicurezza dei lavoratori, promosso dal Governo, tra le tre grandi confederazioni sindacali  (Cgil, Cisl e Uil) e le maggiori associazioni datoriali,  che vide le adesioni anche di ConfServizi (di cui fanno parte le farmacie comunali) e ConfProfessioni.
Alla richiesta del sindacato il presidente di Federfarma Marco Cossolo rispose con una lettera (cfr, RIFday del 16 marzo) nella quale dichiarava  il massimo impegno dei titolari sul tema e un’apertura al confronto “anche al fine di assumere posizioni comuni”.
Una disponibilità a fronte della quale le sigle confederali hanno subito reagito fattivamente, predisponendo  e inviando,  il 27 marzo,  una proposta unitaria di Protocollo sulla sicurezza sul lavoro nelle farmacie durante l’emergenza Covid (qui il testo del documento), un punto di partenza concreto per avviare il confronto con Federfarma sulla base del ricordato protocollo del 14 marzo e quelli che sono stati gli standard specifici suggeriti dai tecnici Rspp nelle farmacie dove è stato rivalutato il rischio biologico nei Dvr (Documento di valutazione dei rischi) anche con la collaborazione dei rappresentati dei lavoratori per la sicurezza. Nel documento, per intendersi, si fa riferimento a barriere in plexiglass sul banco, misure organizzative e segnaletica di distanziamento, sanificazione periodica, fornitura di Dpi adeguati e sufficienti, attivazione di servizi telematici di prenotazione dei farmaci e/o di consegna domiciliare per ridurre gli accessi e  servizio a battenti chiusi nelle Regioni dove consentito e in caso di indisponibilità di adeguati dispositivi di sicurezza.
All’invio della bozza di protocollo sono ovviamente seguiti  diversi contatti tra sindacato e  Federfarma successivi al nostro invio della bozza di Protocollo, ma – si legge nella nota di farmacie.blog – “sempre con un atteggiamento dilatorio da parte loro”,  tanto  da indurre le tre sigle confederali a inviare, lo scorso 10 aprile, un sollecito al sindacato dei titolari di farmacia (qui il testo).

Ora il sindacato, come testimonia la nota di farmacie.blog e le dichiarazioni rese dal responsabile nazionale Farmacie di Filcams  Danilo Lelli (nella foto)  in un’intervista a Rassegna Sindacale (cfr. RIFday del 22 aprile) chiede risposte e intensifica la sua comunicazione al riguardo, anche alla luce del fatto che Covid continuerà a richiedere anche in futuro, probabilmente per molti mesi, misure organizzative di distanziamento nei luoghi di lavoro e forniture di Dpi ai lavoratori,  per evitare il rischio di nuove ondate epidemiche.
“Chi lavora in farmacia da dipendente vorrebbe essere adeguatamente protetto invece che poi tardivamente compianto” scrive ancora farmacie.blog, facendo riferimento alle vittime (a oggi 14) del coronavirus nella categoria, dove (la cifra viene dalla Fofi) si stimano circa 1000 contagi.  “Sono stati due mesi di lavoro più stressante del solito nelle farmacie, per assicurare il servizio durante il lockdown, e la percezione di scarsa sicurezza rispetto alla possibilità di contagio ha aggravato lo stress dei lavoratori”.
Un modo per dire che l’argomento non può continuare a essere eluso e che bisogna fare ciò che è stato fatto “anche in molti settori in cui la cultura della salute e quindi della sicurezza sul lavoro è meno radicata e quotidiana, come il commercio, e in molte aziende private grandi e piccole”, dove è stato aperto “un dialogo per affrontare le criticità, e sono stati condivisi con le rappresentanze sindacali aziendali e di settore protocolli di azioni di prevenzione, dando più sicurezza ai lavoratori e uno strumento di gestione alle aziende”.
In un settore professionale che si occupa di salute come le farmacie, conclude la Filcams,  “ci saremmo aspettati una sensibilità maggiore su questo tema, ma l’impegno si misura negli atti concreti e ci sembra incredibilmente grave che in concreto Federfarma non abbia ancora voluto dare seguito alla disponibilità, espressa più di un mese fa, a costruire uno strumento condiviso per tutelare chi lavora in tutte le farmacie continuando ad assicurare ai cittadini un servizio essenziale”.

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