
È legge il Decreto Scuola, la Camera impegna il Governo a risolvere il nodo del bonus Ecm
Roma, 8 giugno – È legge il decreto sulla scuola che disciplina gli esami di stato conclusivi del I e del II ciclo di istruzione, la valutazione finale degli alunni, la conclusione dell’anno scolastico 2019/2020 e l’avvio del 2020/2021, le procedure concorsuali straordinarie per la scuola secondaria di I e II grado.
Il decreto, approvato in prima lettura al Senato il 28 maggio scorso, ha ricevuto sabato scorso, 6 giugno, il via libera definitivo dalla Camera dei Deputati. “È un provvedimento nato in piena emergenza che consente di chiudere regolarmente l’anno scolastico in corso. Il testo è stato migliorato durante l’iter parlamentare grazie al lavoro responsabile della maggioranza di governo. Con l’obiettivo di mettere al centro gli studenti e garantire qualità dell’istruzione. Ora definiamo le linee guida per settembre, per riportare gli studenti a scuola, in presenza e in sicurezza” ha commentato la ministra dell’Istruzione e dellUniversità Lucia Azzolina (nella foto).
I tempi-capestro per l’approvazione del provvedimento hanno impedito di ovviare alla stesura ancora approssimativa del testo del provvedimento nell’art. 6, comma 2-ter, dove è tutt’altro che chiaro quali siano le categorie professionali che hanno continuato a lavorare durante l’emergenza Covid-19 che possono beneficiare dell’abbuono dei 50 crediti Ecm. Il testo approvato dal Senato e quindi votato in Senato senza la possibilità di introdurre emendamenti per impedire che il provvedimento, giunto a scadenza, corresse il rischio di decadere, prevede infatti che i 50 crediti Ecm vengano riconosciuti a medici, odontoiatri, infermieri e farmacisti dipendenti delle aziende ospedaliere, delle università, delle unità sanitarie locali e delle strutture sanitarie private accreditate oppure liberi professionisti. Il problema è che i farmacisti collaboratori di farmacia private e pubbliche (essendo questi presidi sanitari convenzionati ma non accreditati, a meno di non voler ritenere che la convenzione assorba in sé la categoria dell’accreditamento) non rientrano in senso stretto nella categoria dei professionisti “accreditati” né in quella dei “liberi professionisti”, essendo per lo più dipendenti, con la sola eccezione di quelli con contratto co.co.co). Ma il provvedimento, nella formulazione divenuta legge, discrimina anche molte altre categorie di professionisti sanitari, come ostetriche, tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche della riabilitazione e della prevenzione, chimici, fisici, biologi, psicologi e così via-
Ha provato a metterci una pezza, in attesa di correggere al più presto l’evidente stortura, l’ordine di giorno a prima firma del deputato di Forza Italia e presidente della Fofi Andrea Mandelli, approvato con voto unanime dall’Assemblea di Montecitorio, che impegna il Governo a “a estendere, attraverso l’adozione di iniziative normative, il riconoscimento in materia di crediti Ecm a tutti i professionisti sanitari e sociosanitari che operano nell’ambito del Servizio sanitario nazionale”.
Un’analoga iniziativa è stata assunta dalla vicepresidente della commissione Affari sociali della Camera, Rossana Boldi (Lega), con un OdG dello stesso tenore dove si evidenzia l’evidente discriminazione, dovuta probabilmente a “un errore materiale nella stesura della disposizione inserita nel corso della prima lettura del disegno di legge in Senato”, che al momento taglia fuori dal bonus Ecm “tutte le altre categorie di professionisti che pure avrebbero necessità di usufruire della medesima agevolazione”. Anche in questo la richiesta, del tutto sovrapponibile a quella avanzata da Mandelli, è quella di “estendere la sanatoria nei riguardi di tutti i professionisti della salute”.
Della questione, secondo i rumors, si occuperà anche la prossima seduta della Commissione nazionale Ecm, prevista nel corso della settimana appena cominciata. La linea che verrà seguita si annuncia la stessa, in linea con gli OdG appena ricordati e le precise e circostanziate richieste già avanzate in precedenza: estendere il bonus a tutti i professionisti della sanità, senza specificazioni riferite a professione o inquadramento contrattuale.
