Roma, 27 luglio – I medici di medicina generale approfittano del susseguirsi di appelli che vanno nella stessa direzione (buon ultimo quello di Cittadinanzattiva e delle associazioni dei malati cronici, cfr. RIFday del 24 luglio scorso) e insistono nel loro pressing: la prescrizione dei farmaci sottoposti a specifici piani terapeutici deve essere affidata ai medici di medicina generale
“Facciamo nostro l’appello mosso da tante associazioni affinché le Regioni si affidino ai medici di medicina generale per la prescrizione dei farmaci sottoposti a specifici piani terapeutici” scrive il segretario nazionale Silvestro Scotti (nella foto) in una nota pubblicata venerdì scorso sul sito Fimmg.
“Non ci sono motivi per continuare una politica di blocco della prescrizione per questi farmaci” afferma Scotti “la medicina generale è pronta ed è uno strumento che deve essere sfruttato al meglio, come succede in tutti i Paesi europei, evitando di aggiungere alla malattia anche il dolore burocratico di percorsi farraginosi che con la sicurezza dei pazienti non hanno nulla a che fare“.
Sono diverse le Regioni che, rientrata l’emergenza pandemica, hanno richiesto ai pazienti il rinnovo dei piani terapeutici, ottenibili solo dopo le opportune visite specialistiche. Ma nella maggior parte dei casi queste visite sono di fatto impossibili perché sono garantire solo le visite urgenti e brevi. “Questo significa negare queste prestazioni, se non con lunghissime attese e quindi determinando di fatto uno stop nella cura, a cui si aggiungono anche le attese nei nostri ambulatori oggi rispettosi di dinamiche utili ai distanziamenti e pertanto soggetti a tempi più lunghi per ogni paziente” spiega Scotti.
Il problema era già stato sollevato dalla Fimmg già a giugno, con un incontro al ministero della Salute, presente il Direttore generale dell’Aifa, Nicola Magrini al quale sarebbe dovuto seguire un successivo incontro, già richiesto ma – afferma Scotti – “rimasto senza risposta”.
“La gestione dei processi assistenziali in questa fase diffusiva endemica del Covid-19 dovrebbe portare le istituzioni sanitarie a semplificare i processi e sburocratizzare” afferma il segretario degli Mmg. “Lo stiamo vedendo con il decreto semplificazione per le normative della pubblica amministrazione, quanto dobbiamo aspettare per una ‘semplificazione’ anche in sanità? Questo significa che la prescrivibilità di questi farmaci ‘innovativi’ sottoposti a piano terapeutico, e quindi oggi prescrivibili solo dallo specialista, dovrebbe passare nelle disponibilità prescrittive dei medici di medicina generale”.
“Prolungare gli effetti di piani terapeutici scaduti non ha senso” conclude Scotti. “Delle due l’una: o serve una valutazione specialistica nelle date previste per la sicurezza del paziente, oppure se si può andare avanti con delle proroghe vuol dire che non serve una valutazione rispetto all’uso del farmaco; abbiamo anche dato disponibilità a fare noi i piani terapeutici così da liberare i pazienti da incombenze burocratiche e le Aziende Sanitarie da liste d’attesa fasulle, legate alla necessità di carte e non assistenziali“.