Roma, 27 luglio – Si chiama ChAdoxl, ha gli occhi del mondo intero puntati addosso e tutti ne hanno già sentito parlare, anche se forse non ne conoscono ancora il nome. Si tratta del vaccino anti-Covid in corso di sperimentazione alla Oxford University anche grazie ai consistenti finanziamenti della multinazionale farmaceutica inglese AstraZeneca.
Come è noto, allo sviluppo del vaccino (fin qui la più solida speranza contro Covid) concorre anche l’italianissima Irbm di Pomezia, il cui presidente Piero Di Lorenzo (nella foto) è intervistato dal quotidiano Libero sul numero in edicola oggi.
“Ci auguriamo che la sperimentazione possa finire entro settembre” dichiara Di Lorenzo. “Penso che i governi prima organizzino la vaccinazione delle categorie più a rischio. Quindi le prime dosi in commercio ci saranno dall’inizio della anno prossimo”.
Secondo il manager farmacutico, ChAdoxl potrebbe essere a disposizione già a gennaio: “Ci auguriamo che la sperimentazione possa finire entro settembre” spiega Di Lorenzo, ipotizzando che le prime dosi saranno in commercio dall’inizio della anno prossimo “in milioni di dosi”.
“Penso che i governi prima organizzino la vaccinazione delle categorie più a rischio e la copertura entro pochi mesi sarà nel complesso buona” afferma ancora il presidente di Irbm, secondo il quale si potranno produrre “30 milioni di dosi“, ognuna delle quali “costerà 2-3 euro”. Elementi che lo spingno a una previsione che non può che essre l’auspicio di tutti: “In dodici mesi il pianeta sarà immune”.