Roma, 15 settembre – La decisione di destinare alla distribuzione in farmacia solo l’1,5% dei vaccini antinfluenzali acquisiti dalle Regioni non garantisce una risposta adeguata ai bisogni della popolazione attiva: appare del tutto insufficiente rendere disponibili solo 250.000 dosi a fronte di un fabbisogno stimato tra 1,2 e 1,5 milioni di dosi.
Lo scrivono, in un comunicato stampa congiunto, Fofi, Federfarma e Assofarm, ricordando come lo stesso ministero della Salute, nel documento proposto alla Conferenza Stato-Regioni e da questa approvato, abbia messo nero su bianco che “è da tener conto, anche, che l’indisponibilità di vaccini in vendita nelle farmacie per le persone che desiderano evitare la malattia influenzale e che non appartengono a categorie a rischio, potrebbe indurre allarme sociale e vanificare gli sforzi di sensibilizzare la popolazione sull’importanza della vaccinazione quale strumento efficace di prevenzione, lanciando un messaggio contraddittorio”.
A fronte di questa affermazione, scrivono le tre sigle, “stupisce che la Conferenza Stato-Regioni abbia deciso di destinare alle farmacie una quota minima pari solo all’1,5% delle dosi totali, ben lontana da quella auspicata nello stesso documento”.
L’aspettativa di Fofi e dei sindacati delle farmacie private e pubbliche è che, in occasione dell’incontro sul tema vaccini in calendario domani 16 settembre al ministero della Salute, “si trovino fin da subito soluzioni per permettere di rimodulare questa quota minima e di avvicinarsi al fabbisogno reale dei cittadini non inclusi nelle fasce a rischio”. Un fabbisogno, precisano le sigle di categoria, che nel documento già citato lo stesso ministero della Salute “afferma aggirarsi tra il 3 e il 10% delle dosi acquisite dalle Regioni”.
“Mai come quest’anno la vaccinazione antinfluenzale assume un valore fondamentale per tutta la popolazione, sia per i soggetti identificati come a rischio sia per i soggetti attivi, come sostenuto da tutta la comunità medico-scientifica” concludono Fofi, Federfarma e Assofarm, ricordando di aver segnalato, fin dallo scorso mese di luglio, “la necessità di trovare una soluzione alla possibile carenza di vaccini antinfluenzali nelle farmacie. Declinano, quindi, qualsiasi responsabilità in ordine a eventuali difficoltà che potrebbero avere i cittadini nel rifornirsi dei vaccini, qualora non venisse incrementata la quota al momento destinata alle farmacie, ferma restando la copertura vaccinale per i soggetti fragili e a rischio”.