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giovedì 28 Marzo 2024
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Ordini del Veneto: “Prescrizioni dema fascia C, inservibile il sistema privato AtlasMedica”

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Roma, 5 novembre – Sono passati già cinque mesi da quando gli Ordini dei farmacisti del Veneto chiesero alla Regione di mettere ordine, e di farlo subito, nelle norme che regolano l’emissione di ricette mediche ripetibili e non ripetibili per farmaci non concessi dal Ssn (quelli della cosiddetta fascia C), che i medici di medicina generale veneti iscritti al portale Atlas Medica rilasciano con firma digitale.

Cinque mesi trascorsi praticamente invano o quasi, se è vero che ieri la Consulta degli Ordini provinciali dei farmacisti ha dovuto riprendere carta e penna (metaforicamente parlando) per riproporre la questione, peraltro ben nota agli stessi responsabili regionali: così com’è, il sistema prodotto dalla società informatica AtlasMedica per l’emissione di ricette mediche per i farmaci di fascia C in forma dematerializzata con firma digitale è semplicemente inservibile.

“Ora veniamo a conoscenza” scrivono i presidenti degli Ordini veneti “che AtlasMedica ha affinato il suo sistema”.  Che, spiega in breve la nota della Consulta, funziona così: 1) l’utente si presenta in farmacia con un promemoria,  cartaceo o informatico, sul quale sono riportati dei codici a barre che il farmacista dovrà inserire sul portale web di AtlasMedica dedicato alle farmacie; 2) l’utente riceve sulla propria applicazione per dispositivo mobile una password temporanea che consegnerà al farmacista; 3) con la password temporanea il farmacista entra sul portale e visualizza la ricetta. Può anche scaricarla in formato pdf firmato digitalmente per verificare l’autenticità della firma digitale tramite software appositi (ricordiamo in proposito che gli Ordini dei Farmacisti non hanno mai contestato la validità della firma digitale); 4) il farmacista eroga il farmaco inserendo a sistema quante confezioni sono state erogate. Il sistema informatico, nella successiva interrogazione della ricetta, segnalerà al farmacista il numero di confezioni che già sono state erogate in modo da rispettare le quantità massime di farmaco erogabili con una singola ricetta stabilite dalla normativa.

“Apprezziamo i tentativi di AtlasMedica per eliminare le criticità segnalate dalla Regione” scrivono i presidenti di Ordine,  che però non fanno sconti ed evidenziano quelle non da poco che ancora permangono. La prima è che la normativa vigente impone che il farmacista ponga sulla ricetta timbro, data e prezzo dei farmaci esitati. Si tratta di un atto professionale del farmacista, dal quale derivano responsabilità civili e penali, che – sottolinea la nota della Consulta –  “non può essere realizzato da un sistema informatico privato sul quale il farmacista non ha alcun controllo. Questo sistema espropria il farmacista del suo atto professionale e come tale è irricevibile”.

La seconda grave criticità è che il sistema non tiene traccia di quale farmacia dispensa il farmaco, mentre l’apposizione del timbro della farmacia permette di tenerne traccia, anche a fini legali. Peggio, anche un privato cittadino potrebbe entrare nel sistema e modificare le quantità di farmaco erogate, anche se solo in aumento e non in diminuzione. “Questo potrebbe creare dei problemi, anche se meno evidenti” scrivono i presidenti di Ordine veneti. “Come sottolineato anche nella nota della Regione, non esiste una norma o un accordo per il quale il farmacista debba accedere a un sistema privato per effettuare operazioni inerenti la propria attività”.

Per queste motivazioni, scrivono i presidenti Federico Realdon (Verona, nella foto), Alessandro Somacal (Belluno), Alberto Melloncelli (Rovigo), Emma Piumelli (Venezia), Giovanni Cirilli (Padova), Florindo Cracco (Vicenza) e  Giuseppe Losego (Treviso), “il sistema privato AtlasMedica non è utilizzabile dai farmacisti e, come avevamo già evidenziato, la dematerializzazione delle ricette mediche per i farmaci di fascia C può essere realizzato solamente da un sistema pubblico realizzato tramite un accordo con Stato, Regione, medici prescrittori e farmacisti. Richiediamo pertanto un deciso e sollecito intervento della Regione Veneto per porre fine a questa situazione”.

Con la speranza, questa volta, di non dover aspettare altri cinque mesi.

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