Roma, 9 novembre – La già impervia strada del rinnovo della convenzione tra Ssn e farmacie incontra un nuovo, altissimo ostacolo che potrebbe impedire alle trattative avviate in sede Sisac – per la verità in stato catatonico da mesi – di andare avanti per chissà quanto tempo. Il coordinatore della Sisac Antonio Maritati (nella foto), nominato non senza fatica a gennaio 2019, nelle intenzioni per soli tre mesi, il tempo che si pensava sufficiente per chiedere gli accordi convenzionali con medici e farmacisti, sarebbe infatti in procinto di lasciare l’incarico, per andare ad assumerne un altro.
Maritati – veneto, molto vicino a Luca Coletto, già assessore alla Sanità della stessa Regione e sottosegretario alla Salute nel Governo Lega-M5s – è invece rimasto in sella alla struttura interregionale che negozia i rinnovi delle convenzioni di medici delle cure primarie e farmacie praticamente per due anni, senza peraltro che l’obiettivo di chiudere gli accordi sia stato raggiunto. A complicare il percorso delle trattative, almeno in questo 2020, ha certamente concorso l’emergenza Covid, che ha impedito alle parti di incontrarsi per lunga parte dell’anno. Per quanto riguarda le farmacie, gli incontri avrebbero dovuto riprendere il 25 ottobre, ma la riunione – già convocata – è stata disdetta all’ultimo momento, senza spiegazioni (anche se più o meno tutti avevano attribuito la decisione all’aggravarsi della situazione Covid nel Paese).
La ragione, evidentemente, era invece un’altra: secondo alcuni rumors in circolazione negli ultimi giorni e ripresi dalla newsletter F-Press, l’effetto-domino delle ultime nomine (in particolare l’ufficializzazione dell’incarico di direttore generale dell’Agenas a Domenico Mantoan, che per effetto della nomina si è dimesso da presidente dell’Aifa e dall’incarico di direttore generale della Sanità della Regione Veneto) avrebbe infatti dato la stura a un tourbillon di poltrone che coinvolgerebbe appunto anche Maritati.
Al momento, non è dato sapere in quale nuova casella andrà a inserirsi Maritati e, tutto sommato, la questione non è nemmeno troppo rilevante. Più rilevante, purtroppo in negativo, è la ragionevole previsione che la nomina del suo successore sarà ancora più sofferta di quanto fu la sua (furono necessarie tre sedute della Conferenza delle Regioni per raggiungere un accordo sul suo nome come successore di Vincenzo Pomo, che lo aveva preceduto nel ruolo).
La recrudescenza dell’epidemia di Covid, infatti, e i molti problemi che ne derivano diventano assolutamente prioritari per le agende delle Regioni, relegando inevitabilmente le altre questioni in posizioni di rincalzo. In altre parole, potrebbe passare tempo prima che venga scelto e nominato il successore di Maritati. Il che significa che le trattative per il rinnovo convenzionale subiranno inevitabilmente uno stallo e nessuno, al momento, può fare previsioni su quando potranno riprendere. E non è davvero una buona notizia.