banner
venerdì 11 Ottobre 2024
banner

Assofarm: “Vaccino anti Covid, anche i farmacisti devono rientrare tra le priorità”

banner

Roma, 17 novembre – Le prime anticipazioni sulla distribuzione (secondo le previsioni, a partire da fine gennaio 2021) delle prime dosi di vaccino anti-Covid riferiscono di una somministrazione prioritaria alle categorie che debbono mantenere in piena efficienza il sistema sanitario. Ma, nel riferirsi al personale sanitario, i mezzi di informazione si limitano sempre a citare medici e infermieri, senza far riferimento ad altre figure professionali. E la cosa non è sfuggita ad Assofarm, la sigla delle farmacie pubbliche.

“Confidiamo che sia solo un difetto di comunicazione o una dimenticanza giornalistica” osserva il presidente dell’associazione Venanzio Gizzi (nella foto). “Durante tutta l’emergenza le farmacie territoriali non hanno mai chiuso, non lo hanno fatto nemmeno quando mancavano i dispositivi di protezione per chi vi lavorava. Riteniamo di esserci guadagnati sul campo il diritto ad essere parte del Servizio sanitario nazionale, e quindi ad essere trattati come tali quando si parla di priorità vaccinali per chi offre un servizio fondamentale ed è più esposto al virus”.

La questione, in attesa di ricevere comunicazioni ufficiali,è molto discussa nei canali di comunicazione interna della sigla che raccoglie oltre 1.600 farmacie comunali e municipalizzate presenti in tutto il Paese.“Condividiamo totalmente l’idea del commissario all’Emergenza Arcuri di somministrare il vaccino prima di tutto al personale sanitario” afferma il vice presidente Luca Pieri

(nella foto a destra). “La tutela della salute di medici e infermieri non solo è un atto dovuto a chi oggi affronta rischi altissimi per il bene di tutti, ma è anche condizione essenziale per non degradare volumi e qualità dell’assistenza sanitaria a tutta la popolazione. Lo stesso però dovrebbe valere per il farmacista territoriale, figura che appare invece dimenticata nelle dichiarazioni riportate dalla stampa”.

 

Assofarm ricorda che le farmacie sono a tutti gli effetti parte integrante del Servizio sanitario nazionale, e in esso svolgono un compito loro esclusivo e non sostituibile come la dispensazione del farmaco.

“Non deve però essere dimenticato”  conclude Gizzi  “che in determinate aree geograficamente periferiche, la farmacia è l’unico presidio sanitario sostanzialmente disponibile. La malattia del farmacista esporrebbe queste popolazioni ad una sorta di solitudine sanitaria che oggi nessuno può permettersi”.

 

 

 

 

 

 

banner
Articoli correlati

i più recenti

I più letti degli ultimi 7 giorni