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venerdì 29 Marzo 2024
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Dati Istat: “Nel 2020 si supereranno 700mila morti, l’ultima volta nel 1944”

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Roma, 16 dicembre – Calano ancora i residenti in Italia nel 2019: a fine anno la popolazione censita in Italia al 31 ammonta a 59.641.488 residenti , circa 175mila persone in meno rispetto al 31 dicembre 2018, pari a -0,3% , ma risulta sostanzialmente stabile nel confronto con il 2011 (anno dell’ultimo censimento di tipo tradizionale), quando si contarono 59.433.744 residenti (+0,3%, per un totale di +207.744 individui). Rispetto al 2011, i residenti diminuiscono nell’Italia Meridionale e nelle Isole (-1,9% e -2,3%), e aumentano nell’Italia Centrale (+2%) e in entrambe le ripartizioni del Nord.

Visualizza immagine di origineNon è ancora finito il 2020, ma una valutazione ragionevole fa pensare che quest’anno supereremo il confine dei 700mila decessi complessivi, che è un valore preoccupante perché una cosa del genere l’ultima volta, in Italia, era successa nel 1944. Eravamo nel pieno della seconda guerra mondiale”. A illustrare i numeri dell’anno in corso, dai quali si deduce anche il peso della pandemia Covid, è stato, durante il presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo (a sinistra), intervenendo alla trasmissione Agorà su Rai Tre. “Nel 2019” ha ricordato Blangiardo “il dato era stato di 647.000 morti”.

A riassumere i numeri del Censimento Istat relativo allo scorso anno è un’ampia nota dell’Ansa: l’età media degli italiani si è innalzata nel 2019 di due anni rispetto al 2011 (da 43 a 45 anni) ed è cresciuto l’indice di vecchiaia, ovvero il rapporto tra gli over 65 anni e gli under 15.  Il numero di anziani per bambino passa da meno di uno nel 1951 a cinque nel 2019 (era 3,8 nel 2011) e l’appena ricordato indice di vecchiaia è notevolmente aumentato, dal 33,5% del 1951 a quasi il 180% del 2019 (148,7% nel 2001).

Il comune più giovane è Orta di Atella, in provincia di Caserta, con una età media di 35,3 anni; quello più vecchio è Fascia, in provincia di Genova, dove l’età media supera i 66 anni. La Campania, con 42 anni, è la Regione con la popolazione più giovane, seguita da Trentino Alto Adige (43 anni), Sicilia e Calabria (entrambe con 44 anni). La Liguria si conferma la Regione con l’età media più elevata (49 anni). Anche nel 1951 la Campania e la Liguria erano la Regione più giovane e quella più vecchia ma, per entrambe, l’età media risultava più bassa di 13-14 anni rispetto a quella registrata nel 2019.

La diminuzione della popolazione complessiva è parzialmente attenuata dall’aumento d quella straniera, che nel 2019 ha superato i cinque milioni (5.039,637) grazie a una crescita di 43.480 unità rispetto al 2018. Tra il 2001 e il 2019 gli stranieri sono aumentati di 3,7 milioni di unità. Un incremento che non è però bastato  a compensare il decremento della popolazione complessiva residente in Italia (-175.185 unità) che, di fatto, equivale a un calo demografico di quasi 220 mila residenti autoctoni. Nel 2019 il peso della componente straniera rispetto alla popolazione totale è di 8,4 individui ogni 100 censiti.

In Italia il 50,1% delle persone ha al massimo la licenza media, mentre i laureati e le persone che hanno conseguito un diploma di Alta formazione artistica musicale e coreutica (Afam) di I o II livello rappresentano il 13,9%1 della popolazione di 9 anni e più. Il 35,6% dei residenti ha un diploma di scuola secondaria di secondo grado o di qualifica professionale; il 29,5% la licenza di scuola media e il 16% la licenza di scuola elementare. La restante quota di popolazione si distribuisce tra analfabeti e alfabeti senza titolo di studio (4,6%) e dottori di ricerca, che possiedono il grado di istruzione più elevato riconosciuto a livello internazionale (232.833, pari allo 0,4% della popolazione di 9 anni e più).

Rispetto al 2011, rileva l’Istat, diminuiscono, sia in termini assoluti che percentuali, le persone che non hanno concluso con successo un corso di studi (dal 6% al 4,6%) e quelle con al massimo la licenza di scuola elementare (dal 20,7% al 16%) e di scuola media (dal 30,7% al 29,5%). Nel 2019 aumentano le persone in possesso di titoli di studio più elevati rispetto a otto anni prima. In particolare, si contano quasi 36 diplomati (31 nel 2011) e 14 laureati (11 nel 2011) ogni 100 cento individui di 9 anni e più mentre i dottori di ricerca passano da 164.621 a 232.833, con un incremento pari a più del 40%.

Il censimento sulla popolazione residente appena pubblicato dall’Istat conferma anche il fenomeno della fuga dal Sud:  la popolazione delle Regioni meridionali è diminuita nel complesso di 127.487 unità rispetto al 2018 a fronte di un calo complessivo di 175.185 persone in tutta Italia. Rispetto al 2011 a fronte di un aumento complessivo della popolazione italiana di 207.744 unità, nel Sud e nelle Isole si è assistito a una riduzione di 425.517 residenti.

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