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venerdì 19 Aprile 2024
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Test in farmacia, Ordini di Padova e Perugia: “Giusto dare il servizio, noi pronti a offrirlo”

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Roma, 31 dicembre – “Le farmacie  stanno cambiando pelle ed è giusto che offrano questo servizio”.

Così Giovanni Cirilli (foto a destra), presidente dell’Ordine dei farmacisti di Padova, commenta l’approvazione da parte della giunta della Regione Veneto, il 29 dicembre, del Protocollo d’intesa per l’esecuzione di test antigenico rapido in farmacia per la sorveglianza Covid-19”, che permetterà alle farmacie di effettuare tamponi rapidi antigenici per l’individuazione del virus Sars CoV 2, laddove dispongano di spazi adeguati a fornire questo servizio (che dovrà essere assicurato da personale sanitario qualificato, come un infermiere) ai propri clienti.

Per Cirilli, la partecipazione di presidi sanitari diffusi capillarmente sul territorio come le farmacie rappresenta un’utile alternativa a beneficio dei cittadini e del sistema sanitario, in grado di contribuire efficacemente alle attività di screening necessarie per monitorare la diffusione del coronavirus, il tutto a un costo fisso e concordato (26 euro), rispetto al quale il presidente dei farmacisti padovani  si toglie un sassolino dalla scarpa, replicando al neo-presidente dell’Ordine di Medici di Padova Domenico Crisarà: “Quando dice che i farmacisti prenderanno 26 euro e i medici di base solo 18, dimentica di dire che per i farmacisti la cifra è lorda e per i medici di base è netta”.
Cirilli, al riguardo precisa che “il costo di 26 euro a test servirà a coprire le spese affrontate dalle farmacie per il personale impiegato, i dispositivi di protezione e la sanificazione degli ambienti, si tratta di un servizio sociale che le farmacie offrono. Non credo che i 26 euro potranno coprire tutte le spese”. Detto questo, per il presidente dell’ordine padovano la partecipazione attiva di farmacie e farmacisti agli screening anti Covid è in ogni caso fuori discussione, avendo aspetti e contenuti che vanno ben oltre il mero aspetto  economico.

Un punto di vista che coincide con quello dell’assessora regionale alla Sanità Manuela Lanzarin, che, pur ricordando che “il ruolo delle farmacie sarà importante ma non potrà sostituire l’attività clinica”, ha voluto ribadire che “è gusto, corretto e fondamentale” consentire i test anche in farmacia, “opportunità che rispecchia la logica della farmacia dei servizi”.

Anche a Perugia la professione guarda con molta attenzione alla campagna vaccinale anti-Covid. “Si tratta di un’occasione da non perdere”  afferma il presidente dell’Ordine dei farmacisti del capoluogo umbro, Filiberto Orlacchio  (foto a sinistra)per compiere una svolta nella lotta contro il coronavirus che così tanta sofferenza ha determinato nel mondo, nel nostro Paese e nelle nostre case. Per vincere la sfida, tuttavia, serve il contributo di tutti e noi farmacisti siamo pronti a fare la nostra parte fino in fondo, confermando il nostro ruolo sia sociale che di educatori sanitari nei confronti dei cittadini”.
Il contributo professionale dei farmacisti dovrebbe ricevere un grande impulso dalla legge di bilancio 2021, che contiene alcune disposizioni rilevanti anche nell’ambito della lotta a Covid-19. La prima prevede che “i test mirati a rilevare la presenza di anticorpi IgG e IgM e i tamponi antigenici rapidi per la rilevazione di antigene Sars-CoV-2 possono essere eseguiti anche presso le farmacie aperte al pubblico dotate di spazi idonei sotto il profilo igienico- sanitario e atti a garantire la tutela della riservatezza”.
L’altra, ancora più significativa, prevede che la vaccinazione Covid si possa effettuare anche nelle farmacie “tenuto conto delle recenti iniziative nei paesi dell’Unione europea finalizzate alla valorizzazione del ruolo delle farmacie nelle azioni di contrasto e di prevenzione delle infezioni da Sars-CoV-2”.
“L’approvazione della legge di bilancio” sottolinea  Orlacchio “apre di fatto una fase nuova nella professione del farmacista, perché ci consentirà di effettuare direttamente sia i test sierologici ed antigienici rapidi che la somministrazione dei vaccini. Il tutto sotto la supervisione di un medico. Sotto questo ultimo punto di vista l’iniziativa consentirà di avviare una nuova fase di collaborazione professionale tra medici e farmacisti come già avviene in ambiente ospedaliero. Siamo quindi molto soddisfatti di questo provvedimento che è in linea con quanto già stabilito in alcuni Paesi dell’Unione Europea ed in alcune regioni italiane. Come Ordine dei farmacisti della provincia di Perugia siamo pronti a dare una mano fino in fondo, perché consapevoli del fatto che solo facendo rete tra tutti gli esercenti l’attività sanitaria si potranno raggiungere i risultati sperati”.

 

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