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venerdì 19 Aprile 2024
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Medici e farmacisti, mala tempora currunt: in Toscana è scontro sulla farmacia dei servizi

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Roma, 14 gennaio – Dopo il Veneto (cfr. gli articoli pubblicati da RIFday  ieri e l’altro ieri) medici e farmacisti si ritrovano gli uni contro gli altri armati anche in Toscana. Il casus belli, in questo caso, non sono però le norme regionali che consentono alle farmacie di effettuare tamponi rapidi per la rivelazione ma una questione più sostanziale, ovvero la netta opposizione dei camici bianchi per antonomasia ai contenuti dello schema di accordo sulla “farmacia dei servizi” sottoscritto da Regione e farmacie e ratificato da una delibera di giunta dello scorso giugno 2020, Visualizza immagine di originequando ancora all’assessorato regionale al Diritto alla salute sedeva Stefania Saccardi (nella foto a sinistra).

Accordo che – va detto subito – non ha di fatto mai trovato applicazione ed è addirittura scaduto alla fine dell’anno appena passato, finendo per avere un mero significato di indicazione politica. Ma, evidentemente,  è proprio questo a preoccupare, ovvero l’intesa raggiunta tra Regione e farmacie su un modello operativo (sostanzialmente ricalcato sul protocollo per la sperimentazione della farmacia dei servizi sottoscritto dalla Conferenza Stato-Regioni nell’ottobre 2019) che ha tra i suoi contenuti  aspetti  che i medici considerano un attentato alle loro prerogative e spazi professionali, su tutti la presa in carico dei pazienti cronici, l’aderenza terapeutica e la telemedicina. Non è un caso che proprio questi sono i punti di attacco degli Omceo toscani (si tratta di quelli di Firenze, Lucca, Massa Carrara, Massa Carrara,  Pisa, Pistoia e Prato) nel ricorso presentato davanti al Tribunale amministrativo regionale.

Ricorso che, in prima battuta, ha già  dovuto incassare un primo no: il Tar ha infatti respinto lo scorso 12 novembre la richiesta di sospensione cautelare avanzata dagli Omceo toscani, per manifesta insussistenza del periculum in mora evocato dai  ricorrenti, non essendo in pratica l’accordo mai entrato in vigore. Visualizza immagine di origine

In materia di giustizia amministrativa, però, non è detto che una rondine faccia sempre primavera e dunque i farmacisti – pur nella ferrea convinzione delle proprie ottime ragioni – si guardano bene dal gridare anzitempo vittoria e attendono il giudizio di merito dei giudici toscani (che deve essere ancora calendarizzato). Ma, per non sapere né leggere né scrivere, a testimonianza del valore che attribuiscono alla vicenda, affrontano il giudizio schierando le loro armi migliori: il sindacato nazionale ha infatti deciso di affiancare le articolazioni sindacali della Regione intervenendo anch’esso nel contenzioso. A difendere le ragioni di Federfarma sarà  Massimo Luciani (foto a destra), costituzionalista insigne, da anni consulente della federazione dei titolari.

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