Roma, 26 ottobre – “Nelle prossime settimane saranno pronti i bandi per la coltivazione di cannabis terapeutica ad uso medico da parte di aziende pubbliche e private”. Ad annunciarlo, intervenendo alla trasmissione Mi manda Rai3, è stato il sottosegretario alla Salute Andrea Costa (nella foto).
“Stiamo varando dei bandi che diano la possibilità di coltivare cannabis ad uso medico anche ad aziende private e pubbliche per essere in grado di raggiungere l’obiettivo di essere autosufficienti nell’ambito della produzione” ha aggiunto Costa, spiegando che la questione è affrontata di concerto con i ministerio dell’Agricoltura e dell’Interno e che, ormai, si sarebbe giunti “a buon punto del percorso”.
L’annuncio del sottosegretario arriva dopo l’allarme lanciato dal segretario nazionale di Federfarma Roberto Tobia, che ha evidenziato la forte carenza di cannabis terapeutica per la preparazione dei farmaci magistrali a base di cannabis: “L’approvvigionamento non è sufficiente e le farmacie hanno fortissime difficoltà rispetto alla domanda in aumento esponenziale di questi farmaci da parte dei malati” ha detto Tobia, sottolineando che la carenza è cronica e le farmacie “non sono in grado di fare fronte alle richieste”. E c’è un’altra criticità che il segretario del sindacato delle farmacie private ha voluto rimarcare: “Nonostante sia prevista la rimborsabilità dal Ssn, in varie Regioni le preparazioni non sono rimborsate ed il costo per i pazienti può arrivare anche ad oltre 500 euro al mese”.
Eppyre, secondo stime della Coldiretti, in Italia la coltivazione, trasformazione e commercio della cannabis a scopo terapeutico per soddisfare i bisogni dei pazienti potrebbe garantire fino a 10mila posti di lavoro, dai campi ai flaconi. “In Italia la richiesta di prodotti terapeutici a base di cannabis è in costante crescita” sottolinea Coldiretti “ma viene soddisfatta soprattutto dalle importazioni poiché al momento la sola produzione consentita è quella nello Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, l’unico autorizzato alla coltivazione”. Se però venisse consentito di utilizzare gli spazi già disponibili nelle serre abbandonate o dismesse a causa della crisi nell’ortofloricoltura, sarebbero “a disposizione da subito mille ettari di terreno in coltura protetta”.
Si tratta, precisa la Coldiretti, di ambienti al chiuso dove più facilmente possono essere effettuate le procedure di controllo da parte dell’autorità preposte per evitare il rischio di abusi. Una opportunità che va attentamente valutata per uscire dalla dipendenza dall’estero e avviare un progetto di filiera italiana al 100% che unisce l’agricoltura all’industria farmaceutica. “Una prima sperimentazione che – conclude la Coldiretti – potrebbe aprire potenzialità enormi se si dovesse decidere di estendere la produzione in campo aperto nei terreni adatti: negli anni 40 con ben 100mila gli ettari coltivati l’Italia era il secondo produttore mondiale della cannabis “sativa”, che dal punto di vista botanico è similealla varietà “indica” utilizzata a fini terapeutici”.
Sul tema sono scese in campo anche le farmacie comunali, evidenziando come l’annuncio del sottosegretario Costa rappresenti in buona sostanza un accoglimento delle istanze emerse nello scorso mese di settembre a Pisa durante la prima riunione de L’Officina di Galeno, alla quale hanno partecipato importanti esponenti della politica nazionale, tra i quali lo stesso Costa e il segretario della Commissione Affari sociali della Camera, Marcello Gemmato.
In una nota, il presidente e il segretario generale di Assofarm, Venanzio Gizzi e Francesco Schito, confermano “la più ampia partecipazione del mondo delle farmacie pubbliche allo sforzo per erogare la cannabis medica ai pazienti sul territorio con la massima prossimità possibile”, e sottolineano come gli importanti esponenti politici intervenuti a L’Officina di Galeno il mese scorso abbiano tenuto fede agli impegni assunti in quell’occasione, rispondendo puntualmente: “È una prima, importante, vittoria per le persone ammalate e per i loro familiari, siamo felici di aver fatto la nostra parte in questo importante processo di cambiamento culturale della politica tutta”.