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venerdì 29 Marzo 2024
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Federfarma: “Contrari a vaccinare fuori dai presidi sanitari in luoghi non idonei”

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Roma, 6 dicembre – “Siamo fortemente contrari a iniziative che tendono a portare la vaccinazione fuori dai presidi sanitari, in luoghi non idonei a svolgere l’attività di somministrazione”. A scriverlo in un comunicato stampa, con riferimento al coinvolgimento nella campagna vaccinale contro Covid, con il placet dell’autorità commissariale per l’emergenza pandemica della provincia di Palermo, di alcuni esercizi di barberia e coiffeur, è Federfarma, il sindacato nazionale delle farmacie private.

Visto che la campagna vaccinale anti Covid “procede speditamente grazie alle strutture sanitarie preposte già presenti sul territorio, vale a dire hub vaccinali e rete delle farmacie”, osserva il Visualizza immagine di originesindacato presieduto  da Marco Cossolo (nella foto a destra),non c’è alcun motivo di cercare soluzioni alternative, tanto più che le farmacie hanno ancora ampio margine di azione per accrescere il numero delle somministrazioni”.

La politica del “più siamo (a vaccinare, NdR), prima ne usciamo”, insomma, non convince Federfarma e – sembrerebbe –  neppure la Fofi, il cui segretario nazionale Maurizio Pace, anche nella sua qualità di presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Agrigento, ha scritto una breve nota urgente indirizzata al commissario nazionale per l’emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo e alla Direzione generale delle Professioni sanitarie del ministero della Salute guidata da Rossana Ugenti, invitandoli a esprimere le  “opportune valutazioni di competenza” sull’iniziativa palermitana, segnalata attraverso il rimando a un servizio giornalistico di Sky.

Visualizza immagine di origineIl commissario Covid di Palermo, Renato Costa (nella foto), resta comunque fermo sulle sue posizioni e sembra non voler mettere in discussione la decisione di allargare ad altri esercizi (barbieri compresi) quella che chiama “vaccinazione di prossimità”. Che, osserva Costa, è in ogni caso organizzata con cura e preceduta da sopralluoghi dei locali per verificarne adeguatezza e rispondenza alle necessità della vaccinazione, con una accurata selezione degli ambienti dove procedere alle somministrazioni nel pieno rispetto delle condizioni igienico-sanitarie. Insomma, si autorizzano soltanto quegli esercizi che dispongono di locali con gli standard richiesti e dei quali è stata verificata l’idoneità. E non si vede dunque dove sia il problema ad allargare la platea dei punti di somministrazione, se “la vaccinazione di prossimità” (che, precisa Costa, ” è un atto medico, dall’anamnesi alla somministrazione e fino al trattamento di eventuali complicanze”), viene gestita — come nel caso di Palermo –  “dal nostro personale medico e infermieristico”, come di fatto avviene.

Si tratta ora di vedere, dopo la sortita di Federfarma e la segnalazione del segretario Fofi all’autorità commissariale nazionale e al ministero, quali saranno (se ci saranno) gli eventuali sviluppi della vicenda, che saranno  in ogni caso controversi e forieri di polemiche, sia che la strategia della “vaccinazione di prossimità” promossa dal commissario Costa a Palermo con il coinvolgimento (anche) dei saloni di barbieri e parrucchieri incassi venga ritenuta legittima a livelli più alti, sia che, al contrario, venga ritenuta inopportuna se non addirittura poco utile.

In quest’ultimo caso, i volenterosi Figaro palerimtani dei giorni nostri, che sembrano del tutto a loro agio nei panni rossiniani del “factotum della città” e ben felici di mettere a disposizione i loro saloni per dare una concreta mano di aiuto anche contro Covid, dovranno giocoforza tornare a occuparsi solo di rasature, acconciature e trattamenti di bellezza. Sarà molto interessante, in un caso e nell’altro, capire e misurare le decisioni delle autorità competenti e le reazioni della gente.

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