Roma, 9 dicembre – Le associazioni di pazienti in terapia con cannabis medica ritornano a confrontarsi con il ministero della Salute, in un incontro che si terrà a Roma il prossimo 14 dicembre, nel tentativo di mettere a fuoco e risolvere il problema delle difficoltà di accesso a queste terapie, la cui continuità è resa quanto mai incerta sia dalle carenze della sostanza sul mercato autorizzato sia dalle complicazioni burocratiche, come ad esempio le limitazioni imposte dalla legge sulla Posta elettronica certificata nelle prescrizioni magistrali.
Molti gli appelli lanciati nei mesi scorsi, che almeno un risultato sembravano averlo ottenuto quando (era il 24 ottobre scorso) il sottosegretario alla Salute Andrea Costa (nella foto) aveva annunciato in una trasmissione televisiva la predisposizione di apposti bandi per la coltivazione di cannabis terapeutica ad uso medico da parte di aziende pubbliche e private. Nello stesso programma televisivo (Mi manda Rai3), alcuni pazienti avevano dichiarato che, in mancanza di un’adeguata produzione di cannabis terapeutica e quindi del suo reperimento legale, erano costretti a rivolgersi al mercato nero, con tutte le conseguenze sia di carattere penale sia di salute. queste ultime per la mancanza di ogni controllo sanitario sulla cannabis destinata allo spaccio illegale.
La forte e pressoché carenza di cannabis terapeutica per la preparazione dei farmaci magistrali a base di cannabis, peraltro, era già stata denunciata da Federfarma: “L’approvvigionamento non è sufficiente e le farmacie hanno fortissime difficoltà rispetto alla domanda in aumento esponenziale di questi farmaci da parte dei malati” aveva dichiarato al riguardo il segretario nazionale di Federfarma Roberto Tobia, sottolineando che le farmacie loro malgrado “non sono in grado di fare fronte alle richieste”. Insieme all’allarme carenza, Tobia sottolineò però anche un’altra criticità, quella della rimborsabilità della cannabis a uso medico da parte del Ssn: “Nonostante sia prevista, in varie Regioni le preparazioni non sono rimborsate e il costo per i pazienti può arrivare anche a oltre 500 euro al mese”. Che, ovviamente, finiscono per gravare su chi non dovrebbero.
Il 14 dicembre le associazioni di pazienti (Canapa Caffè, Deep Green, La Piantiamo, Associazione Luca Coscioni, Comitato Pazienti Cannabis Medica) tornano dunque al ministero nel tentativo di avviare a soluzione una situazione quasi kafkiana, dove sembra che tutto congiuri a costringere i pazienti a rivolgersi alla criminalità per ottenere una terapia di cui hanno bisogno. Nella sede istituzionale, i pazienti avranno modo di esporre ancora una volta le loro richieste, anticipate (almeno in parte) da un comunicato stampa di Santa Sarta, vicepresidente del Comitato pazienti cannabis medica (nella foto), dove si evidenziano i due primi problemi da superare, ovvero “la gestione della fornitura dei farmaci a breve termine e la gestione dell’avviamento e produzione di nuove realtà agroindustriali di supporto al settore medico”. Problemi che possono essere superati solo con azioni concrete: le richieste sono quelle di “ricevere la bozza di un nuovo decreto per l’avvio di nuove progettualità; spingere per un emendamento alla legge di bilancio che preveda un ampliamento sensibile dei fondi da stanziare per i nuovi progetti con il tavolo di lavoro, i cui fondi possono essere trovati e ripartiti tra più ministeri entro fine anno prevedere una importazione d’emergenza, ampliando i paesi di fornitura italiana; portare il numero di nazioni fornitrici a 15″ e, infine “introdurre il concetto di stima delle quantità di cannabis medica nazionale sulla base dei potenziali impieghi presenti in letteratura internazionale”.
La rappresentante dei Comitato pazienti cannabis medica fa inoltre rilevare come alcune notizie riportate sulla stampa di informazione risultino a dire poco contraddittorie: da un lato si legge che sarebbe stata prevista una diminuzione della produzione di cannabis terapeutica dallo stabilimento di Firenze, da 500 kg del 2021 a 400 del 2022, come previsto da un decreto del 26 novembre 2021; dall’altro, evidenzia Sarta, “viene annunciato un accordo per l’ampliamento della produzione nazionale di cannabis medica nello stabilimento farmaceutico, che dovrebbe essere firmato il venerdì 17 dicembre dal ministro della Difesa e dal ministro della Salute”.
Una discrepanza che le associazioni avranno modo di chiarire direttamente con il sottosegretario Costa in occasione della seduta del tavolo tecnico convocato per martedì prossimo.