
Covid, allarme della Fnopi: in un mese, +210% di contagi tra gli operatori sanitari
Roma, 4 gennaio – Tra gli effetti più temuti di Covid c’è notoriamente quello del violento impatto che la malattia produce sul sistema sanitario, intasando reparti ospedalieri, in particolare le terapie intensive e riducendone così la capacità di risposta alle “normali” esigenze di assistenza. Ma c’è anche un altro grave effetto che le infezioni da Sars CoV 2 producono sulla sanità, sul quale ormai da tempo quasi non ci si sofferma più: Covid colpisce anche i professionisti dell’assistenza, mettendoli fuori gioco, con le inevitabili conseguenze che ciò comporta sulla funzionalità delle strutture e dei servizi di salute.
A riportare l’attenzione sul problema, tornato di stringente attualità in questa quarta fase della pandemia sostenuta dall’alta diffusività della variante Omicron, è stata la Fnopi, la federazione nazionale degli ordini degli infermieri, che ha lanciato un vero e proprio allarme sul rischio che gli ospedali, ma soprattutto i servizi assistenziali sul territorio vadano in tilt: in un mese sono aumentati del 210% gli operatori sanitari contagiati (e di questi l’82% sono infermieri) e di quasi il 286% le persone contagiate. “La carenza di professionisti della sanità si aggrava con i contagi e l’assistenza rischia di essere seriamente compromessa” avverte la federazione presieduta da Barbara Mangiacavalli (nella foto).
La maggiore forza lavoro nelle strutture di ricovero e a domicilio – ricorda la Fnopi – sono infermieri, perché sono h24 accanto agli assistiti e perché sono i più numerosi e meglio formati sia dal punto di vista organizzativo che clinico per assistere le persone. Ma il ‘mese delle feste’ 2021 e le premesse del 2022 in questo senso non aiutano: gli operatori sanitari contagiati erano, secondo l’Istituto superiore di sanità, 4.142 il 2 dicembre 2021 e sono balzati a 12.870, +8.728 (+210%) in 30 giorni, il 2 gennaio, triplicando i contagi. Di questi circa 7.160 sono infermieri.
Fortunatamente, l’effetto vaccino – dose booster compresa – si fa sentire: a giugno 2020, con la prima fase della pandemia calante, ma senza vaccini, il rapporto operatori sanitari contagiati-popolazione contagiata era quasi del 13%, mentre già con le prime dosi di vaccino e senza varianti, che come la Omicron moltiplicano i contagi, a dicembre 2020 si scende a un valore medio di circa il 3%, legato anche alle misure di contenimento generali per le festività che hanno portato un crollo nei contagi della popolazione, per passare all’inizio di dicembre 2021, Omicron compresa, a circa l’1,6% e ancora, nonostante tutto, a inizio 2022, anche con i casi in aumento esponenziale, a circa l’1,3%.
Questo grazie alla diffusione pressoché totale della dose booster tra gli operatori a contatto con gli assistiti, con casi di gravità minore per loro e stop dei decessi. Ma la preoccupazione per la ripresa esponenziale del numero dei contagi tra gli health professionals resta.
