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venerdì 19 Aprile 2024
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Scandalo prezzo Daraprim, imprenditore USA costretto a restituire 65 milioni di dollari

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Roma, 17 gennaio – Martin Shkreli, controverso ex imprenditore del settore farmaceutico statunitense, dovrà restituire 64,6 milioni di dollari di profitti che lui e la sua azienda, la Turing Pharmaceuticals, avevano ottenuto aumentando da 13 a 750 dollari il prezzo del Daraprim, un farmaco utilizzato da pazienti affetti da cancro e Aids. Lo ha stabilito venerdì scorso un giudice federale statunitense. La sentenza prevede anche che Shkreli non possa più operare nel settore farmaceutico per il resto della sua vita. Il nostro giornale aveva già riferito della vicenda qualche anno fa, in questo articolo.

Shkreli, quando nell’autunno del 2015 scoppiò lo scandalo che qualche giorno fa ha portato alla sua condanna, provò a giustificarsi, spiegando che il costo di un farmaco è fatto anche di spese per marketing e distribuzione: “Dobbiamo ottenere un profitto da questo farmaco”  dichiarò al New York Times, provando a convincere l’opinione pubblica che i proventi di Daraprim  – un farmaco che comunque, sottolineò, “è molto poco usato” – sarebbero serviti per investire su nuove ricerche in medicinali più efficaci contro la toxoplasmosi.

La vicenda ebbe un riflesso anche sulla corsa per le presidenziali USA, spingendo la candidata del Partito democratico Hillary Clinton (che nelle elezoni dell’anno successivo sarebbe stata poi sconfitta da Donald Trump) a intervenire per definire “oltraggioso” il nuovo prezzo del Daraprim e per annunciare un piano contro il caro-farmaci e provvedimenti contro le imprese che fanno impennare i prezzi per le specialità farmaceutiche. Una sortita dagli effetti dirompenti, quella della Clinton: dopo il suo tweet i titoli biotecnologici andarono a picco sul listino Nasdaq, alienando con ogni probabilità molti consensi alla candidata democratica.

Per l’aumento di prezzo del Daraprim e altri comportamenti spregiudicati ed eticamente dubbi, in passato Shkreli è stato definito con gli epiteti più irriferibili e considerato  “l’uomo più odiato negli Stati Uniti”“un sociopatico moralmente corrotto”. Capace di distinguersi, giusto per aggiungere un tocco di colore, anche con l’acquisto (nel 2015) dell’unica copia in circolazione dell’ultimo disco del Wu-Tang Clan, facendo capire di non volerlo far ascoltare a nessun altro.

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