Roma, 21 gennaio – La Sisac, la Struttura interregionale che si occupa delle convenzioni dei professionisti sanitari e le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative a livello nazionale (Fimmg e Federazione Cisl medici) hanno siglato ieri l’Accordo collettivo nazionale relativo al 2016-2018 per la disciplina dei rapporti con i medici di medicina generale.
La firma dell’Accordo collettivo nazionale 2016-2018, con quattro anni di ritardo (non esattamente una bazzecola) sulla tabella di marcia, è salutata dalla Fimmg come la “fine di un travagliato iter iniziato 10 anni fa con la Legge Balduzzi, caratterizzato da un lungo periodo di sospensione ope legis dei rinnovi contrattuali seguito da un sostanziale stallo negoziale e infine dalla pandemia”.
Niente fuochi d’artificio, ma – come afferma il segretario nazionale dichiara Silvestro Scotti (nella foto) – “la speranza che con la firma dell’Acn si avvii il cambiamento”. L’accordo è una sfida lanciata “alla politica sulla volontà di evolvere e attualizzare il ruolo del medico di medicina generale nel coordinare e garantire le cure primarie territoriali e la presa in carico dei bisogni socio-sanitari dei cittadini. Con la firma dell’Acn, Fimmg conferma e consolida i principi cardini della medicina generale: libera professione convenzionata, scelta fiduciaria, autonoma organizzazione, ed evolve il modello organizzativo attraverso l’istituzione delle Aft e il passaggio al Ruolo unico di assistenza primaria. Viene salvaguardato l’intero monte compensi e consolidato l’incremento in quota capitaria già anticipato dal decreto emergenziale del 2020. Viene introdotto il settore della medicina penitenziaria”.
“L’Acn 2016-2018 nasce da esigenze pre-pandemiche ma pone solide basi per andare immediatamente alla discussione dei nuovi accordi 2019-2021 e 2022-2024″ si legge ancora nel comunicato diffuso dalla Fimmg dopo la firma dell’accordo. “Contrariamente a posizioni populiste e insostenibili di alcuni sindacati minori, la Fimmg è fermamente convinta che grazie a nuovi finanziamenti finalizzati all’organizzazione come quelli previsti dall’ultima legge di bilancio (articolo 1 comma 274) attivi dal 2022, si possa rendere la medicina generale moderna ed efficace per i cittadini e attrattiva per le nuove generazioni di medici, migliorando l’assistenza territoriale e rendendo sostenibile il Ssn, equo e universale”.
“Questi auspicati nuovi accordi, che ci auguriamo possano essere discussi in un’unica trattativa, viste le necessità emergenziali, solo in questo modo permetteranno alla medicina generale di affrontare le nuove necessità dettate dal Pnrr, senza però rinunciare ai principi fondamentali di accessibilità, capillarità, scelta fiduciaria e capacità di dare risposte alla categoria e ai cittadini” scrive ancora la Fimmg. Che conclude la sua nota con un pensiero che offre più di uno spunto di riflessione anche a quelle categorie professionali che l’accordo convenzionale sono ancora lontane dal chiuderlo, nonostante il ritardo sia molto, molto superiore ai quattro anni dei medici: “Con questa firma vogliamo ribadire un punto fondamentale: l’evoluzione della Medicina generale si fa con gli accordi collettivi e non con qualunque altro provvedimento. Solo gli Acn possono rilanciare la Medicina generale per un futuro migliore”.