Roma, 31 marzo – La sanità post Covid, per cinica che possa sembrare l’affermazione, si dimostra ogni giorno di più un grande affare e il settore dell’healthcare continua ad attrarre investimenti e macinare utili. Un ultima significativa conferma arriva dal Global Healthcare Private Equity and M&A Report 2022, il rapporto realizzato da Bain & Company, il principale advisor mondiale per l’industria del private equity, la forma di investimento di medio-lungo termine in imprese non quotate ad alto potenziale di sviluppo e crescita (high grow companies) effettuata prevalentemente da investitori istituzionali con l’obiettivo di ottenere un consistente guadagno in conto capitale dalla vendita della partecipazione acquisita o dalla quotazione in borsa. Il report mette infatti in luce un anno da record sia in termini di volume di affari sia di valore, contraddistinto da un’attività vivace in tutte le aree geografiche e i settori.
A spingere il mercato sono trend strutturali ormai ben noti, come l’invecchiamento della popolazione, la maggior incidenza delle malattie croniche, l’aumento dei livelli di reddito (per il quale però si prefigura uno stop, se non addirittura un’inversione di tendenza, per le possibili ripercussioni delle crisi innescate da Covid e le vicende belliche) e la continua innovazione nelle cure e nelle operazioni.
Nel 2021, riferisce un comunicato stampa di Bain & Company, il numero di accordi si è attestato a 515 (+36% rispetto ai 380 del 2020). Anche il loro valore totale è più che raddoppiato, a quota 151 miliardi di dollari, rispetto ai 66 miliardi dell’anno precedente. Il settore pesa ad oggi circa il 15% (in crescita) sul totale degli investimenti complessivi nel private equity. Nel mondo, sono state cinque le operazioni di valore superiore ai cinque miliardi di dollari, rispetto ad una sola registrata l’anno precedente. In generale, la dimensione media degli accordi è cresciuta: in Europa, il numero di accordi da oltre 1 miliardo di dollari è quasi raddoppiato nel corso del 2021. Anche il Corporate M&A (Merger&Acquisition, ovvero operazioni di acquisizione/vendita di partecipazioni e/o aziende e rami d’azienda e altro) ha mostrato un salto di oltre il 40% nel 2021, superando i 438 miliardi $ rispetto ai 305 del 2020, con un crescente contributo anche di aziende midcap.
Va anche segnalato che il ritorno medio degli investimenti nel settore healthcare negli ultimi 10 anni è stato superiore (di circa 6%) rispetto alla media degli altri settori.
“Dopo un periodo di rallentamento nel 2020, la maggiore fiducia del mercato nel 2021 si è tradotta in una maggiore disponibilità ad investire in grandi operazioni nel settore healthcare” spiega Valerio Di Filippo, senior partner di Bain & Company (nella foto). “I rendimenti sono rimasti superiori agli altri settori nonostante le valutazioni abbiano raggiunto livelli record. In aggiunta ai segmenti che da tempo attirano maggiore interesse da parte degli investitori, come i provider healthcare e il biopharma, gli effetti del Covid-19 hanno spostato l’attenzione su alcuni comparti specifici come la telemedicina-home care e la diagnostica”.
Tra i settori di maggiore interesse nel 2021, si sono confermati alcuni comparti che presentano trend strutturali, come ad esempio:
- Pharma & Servizi Pharma: nonostante stia crescendo la propensione degli investitori finanziari anche per aree innovative e a maggior rischio, le aziende Pharma con minore esposizione a R&D e maggiore prevedibilità di revenue e i servizi legati al Pharma continuano a rappresentare l’area di maggiore interesse. Nel 2021 molteplici sono stati i deal nell’ambito delle Cro (Contract research organization, organizzazioni in grado di condurre trial clinici e altri servizi di supporto alla ricerca offrendo risorse e competenze adeguate alle industrie farmaceutiche, biotecnologiche e a quelle che sviluppano dispositivi medici) e delle Cdmo (in pratica si tratta delle aziende che sviluppano e producono farmaci per conto delle grandi multinazionali del farmaco).
- Retail Health: dopo gli impatti negativi dei lockdown del 2020, questo settore è tornato ad attrarre diversi investimenti con particolare focus sul settore veterinario, le cure dentali e per la fertilità, e in generale su settori con ampi spazi di ulteriore consolidamento;
- Healthcare IT: aziende specializzate capaci di fornire tecnologia che possa contribuire all’evoluzione e cambiamento del mondo healthcare riscuotono grande attenzione: da modelli-algoritmi per l’accelerazione del preclinical stage, la gestione e sviluppo remoto dei Clinical Trials, ai software per garantire interconnettività dei sistemi ospedalieri, l’interesse degli investitori per questo settore continua ad essere molto elevato.
Inoltre, afferma ancora la nota alla stampa di Bain & Cmpany, gli effetti a catena delle restrizioni e dei cambiamenti comportamentali indotti dal Covid-19 hanno spostato le preferenze dei clienti, sconvolto le catene di approvvigionamento e cambiato di equilibri relativi alla regolamentazione, soprattutto in alcune aree specifiche:
- Diagnostica: nel 2021 si è confermato grande interesse degli investitori per il consolidamento di questo settore, in particolare in Europa. Diversi i deal registrati, anche in Italia;
- Modelli alternativi alle cure ospedaliere: anche se l’incertezza normativa sul rimborso dell’home-hospital e della telemedicina persiste in alcuni mercati, lo spostamento verso siti alternativi di cura probabilmente continuerà;
- Benessere mentale: la pandemia ha aumentato la domanda di trattamenti di salute comportamentale (anche rafforzando l’impegno dei datori di lavoro) e questo ha dato il via ad un’importante attività di acquisizioni nel settore;
- Staffing di personale sanitario: con il Covid-19, molti operatori sanitari stanno lasciando il proprio posto di lavoro: questo pone una crescente pressione sulle aziende dell’industria, che rischiano di non soddisfare la domanda dei pazienti. Le realtà che aiutano a riempire i posti vacanti hanno quindi attirato nuova attenzione da parte degli investitori lo scorso anno;
- New biotech modalities e vaccini: Molte aziende che sviluppano piattaforme di vaccini (specialmente mRNA) e antimicrobici (antibiotici e antivirali) hanno visto un’impennata nella spesa pubblica e negli investimenti, così come quelle tecnologie innovative in ambito Pharma (Cell & Gene Therapy) che, proprio nel corso della pandemia, hanno visto un’accelerazione nella prova di efficacia e conseguentemente delle attività di R&D collegate.
“Man mano che l’incertezza dovuta al Covid-19 è diminuita, si è intensificata la competizione in questo settore: oggi la concorrenza è elevata e vede coinvolti diversi nuovi player: fondi infrastrutturali, growth-equity e crossover. Questo dimostra” conclude Di Filippo “che il settore è resiliente, gli investitori fiduciosi e il ritmo dell’innovazione incalzante”.