
Foligno, certificava falsi positivi a Covid, farmacista finisce ai domiciliari
Roma, 20 aprile – Corruzione e falsità in documenti informatici pubblici con efficacia probatoria: queste le ipotesi di reato costate gli arresti domiciliari a un farmacista collaboratore di una farmacia di Foligno, in Umbria. La misura cautelare, disposta dal Gip del tribunale di Spoleto sulla base delle risultanze di indagini partite nello scorso mese di gennaio, è stata eseguita sabato scorso.
Il farmacista è accusato di aver reiteratamente simulato, in cambio di modeste somme di denaro, l’accertamento della positività al Covid-19 dei corruttori o di loro familiari e di avere inviato all’autorità sanitaria regionale falsa documentazione attestante l’esito positivo del test antigienico, in realtà non effettuato. Evidente lo scopo del falso referto di positività: consentire a persone (tutte, va da sé, non vaccinate) di ottenere indebitamente il green pass, d al termine del periodo minimo di isolamento previsto dalle norme per i positivi, e garantirsi così 9 mesi di “libera circolazione” in modo truffaldino. Al momento, oltre al farmacista arrestato sono sottoposte a indagini nove persone, quali corruttori e concorrenti nei diversi reati di falso fin qui acclarati e sono in corso ulteriori accertamenti per chiarire i canali di comunicazione che consentivano l’incontro fra domanda e offerta corruttiva.
Sono invece risultati totalmente estranei ai fatti i titolari e gli altri dipendenti della farmacia, la cui direzione ha anzi
collaborato pienamente con la polizia giudiziaria.
Esiste il fondato sospetto – alla luce della richiesta del compenso non elevato (da 70 a 100 auro per ogni referto falso, secondo quanto riferito dalla stampa locale) – che la platea dei potenziali fruitori del farmacista-falsario possano essere più numerosi di quelli fin qui individuati. Le indagini, al riguardo, sono ancora in corso.
La scriteriata condotta del farmacista, ove comprovata, non solo ha permesso e permette a persone non vaccinate e non immunizzate di circolare liberamente nei luoghi riservati ai possessori della certificazione verde, ma ha anche alterato, di fatto, i dati statistici sulla base dei quali le autorità sanitarie stabiliscono portata e durata delle misure restrittive della circolazione di tutti i cittadini.
