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venerdì 29 Marzo 2024
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Conasfa: “Il futuro? È nella sinergia, perché i farmacisti sono la farmacia”

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Roma, 2 maggio – Cambia la sanità, e molto (si pensi, solo per fare un esempio, al disegno di riforma dell’assistenza di prossimità del Pnrr). E cambia, di conseguenza la farmacia, e con essa la professione farmaceutica. E siccome i cambiamenti, per quanto possibile, è meglio riuscire a indirizzarli e se possibile gestirli anziché subirli, diventa imperativo cercare soluzioni che possano aiutare a “muovere” i cambiamenti in una direzione piuttosto che in un’altra.

Uno sforzo in questo senso arriva da Conasfa, l’Associazione nazionale professionale dei farmacisti non titolari presieduta da Angela Noferi (nella foto), che – partendo da un’analisi dell’attuale situazione e ripercorrendo gli ultimi, importanti snodi che l’hanno generata (la legge 124/2017  che  ha aperto la titolarità dell’esercizio della farmacia privata alle società di capitali e il complesso di disposizioni e decisioni che hanno portato a partire dal 2009 allo sviluppo della “farmacia dei servizi”  – ha cercato di distillare una propria “formula” per cavalcare l’ondata del cambiamento senza farsene travolgere.

Considerato che l’ingresso del capitale (nonostante le opportune misure previste dalla legge per impedire che con le farmacie qualcuno possa giocare ad “asso pigliatutto”, come la norma che limita a non più del 20% il controllo diretto o indiretto degli esercizi esistenti nel territorio della medesima regione o provincia autonoma) comporta in ogni caso il rischio che “in un futuro non troppo lontano un’alta percentuale di farmacie sarà di proprietà di pochi grandi gruppi di acquisto”, Conasfa torna a sollevare i quesiti cruciali che hanno animato il dibattito di categoria in questi ultimi anni: E noi? I farmacisti? Quale sarà il nostro futuro? Cosa ne sarà delle farmacie e del servizio offerto? Il cliente sarà al centro o al centro ci saranno il portafoglio del cliente e particolari logiche aziendali? La logica commerciale diventerà preponderante sulla salute del cittadino? Quante domande in attesa di risposta, ma un unico concetto di base da tenere a mente: il farmacista continuerà a fare la differenza. I farmacisti sono la farmacia”.

“Il consiglio, il presidio sanitario distribuito capillarmente sul territorio, un servizio fruibile al cittadino in modo agevole, il rapporto di fiducia. Non perdendo di vista la nostra ‘mission’, il quid della professione che abbiamo scelto, e unendoci senza più una sempre più vuota distinzione tra titolari e collaboratori, forse riusciremo a far passare chiaro il messaggio che la salute è un diritto e non un prodotto” scrive Conasfa.  “E che i professionisti della salute andrebbero ascoltati, non ostacolati. Questo sarà probabilmente l’unico modo per non essere fagocitati da un sistema che ci vuole sempre più commerciali e sempre meno etici e professionali. Sarà l’unica strada per far capire che etica e fatturato devono e possono coesistere”.
Conasfa ha riassunto questa vision in una sorta di headline, “la Sinergia Farmacisti”, per dare forza al concetto che quando i farmacisti si mettono insieme per un obiettivo comune diventano una potenza. La sigla dei non titolari si dichiara fin da subito pronta a fare la sua parte, collaborando con tutti, per aprire una strada di impegno collegiale, totale e condiviso con chiunque abbia a cuore le sorti della professione e dello stesso “benessere del Pianeta Farmacia”, nella convinzione che ad averne necessità è anche lo stesso capitale,  che “ha bisogno di un partner competente e collaborativo al servizio del bene del sistema”.

“Collaborazione e competenza. Questa è a nostro avviso la soluzione” conclude la breve nota di Conasfa, che ha tutta l’aria di essere un sasso gettato nello stagno, un ballon d’essai per suscitare una reazione e un dibattito all’interno della categoria. E a chiarirlo, già nella premessa del suo comunicato, è l’associazione dei non titolari, spiegando che “questa  non è una mera rivendicazione quanto piuttosto una presa di coscienza del bagaglio professionale che questa categoria porta con sé. Farmacisti che si uniscono in una voce corale:  potrebbe essere la ricetta giusta per il benessere del cittadino ma anche del professionista stesso e del sistema”.

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