Farmacisti comunali, sciopero a Ferrara: “Assurdo essere considerati solo un costo”

Farmacisti comunali, sciopero a Ferrara: “Assurdo essere considerati solo un costo”

Roma, 13 maggio – Non si spengono i fuochi della protesta dei dipendenti delle farmacie comunali, ormai da mesi in mobilitazione per il rinnovo del contratto di categoria, scaduto da sette anni. L’ultima iniziativa di protesta si è registrata a Ferrara, dove due giorni fa diverse decine di lavoratori delle farmacie comunali della provincia (un centinaio in tutto, 90 nelle farmacie di Afm Ferrara e un’altra decina in quelle di Soelia)  hanno disertato il lavoro, scendendo in piazza nel tentativo di sensibilizzare la cittadinanza e i datori di lavori (ovvero le amministrazioni comunali che detengono quote di proprietà nelle farmacie pubbliche) sul mancato riconoscimento della loro professionalità e dei loro diritti.

I contenuti della protesta, portata fin sullo Scalone del municipio della città estense, sono ben noti: in prima linea sul fronte durante i due anni di pandemia “cominciati senza mascherine e proseguite con ogni sorta di mansione aggiuntiva, compresi i tamponi, senza un euro di indennità aggiuntiva“, i farmacisti comunali lamentano di trovarsi ancora oggi a essere “i laureati di alta formazione peggio pagati, con 1.400 euro netti in busta come primo stipendio a 40 ore settimanali“.

“La cosa che ci fa più arrabbiare è quella di essere considerati solo un costo” ha dichiarato a un giornale locale Letizia Balli, dipendente di una delle farmacie di Afm Ferrara. “Ci hanno offerto 40 euro in busta paga a fronte di riduzione di permessi e aumento dei tempi determinati, ma non considerano minimamente quello che abbiamo dato in questi anni, in particolare in quelli della pandemia. Abbiamo tenuto sempre aperto rendendoci disponibili a qualsiasi prestazione aggiuntiva, ma non otteniamo alcun riconoscimento”.

L’accusa è rivolta alla parte datoriale, ovvero Assofarm, la sigla delle farmacie pubbliche, colpevole – a giudizio dei sindacati dei lavoratori –  di aver messo sul piatto delle trattative per il rinnovo contrattuale proposte risibili, a partire dai 130 euro proposti per “sanare” le perdite subite dai lavoratori nei sette anni di mancato rinnovo del Ccnl. Le distanze tra le parti, insomma, continuano a rimanere molto distanti.

Una delegazione dei lavoratori in scopero è stata ricevuta a Palazzo Municipale e dall’incontro sarebbe emersa una “sostanziale condivisione dei problemi da noi posti”, secondo quanto riferito alla stampa locale da Maria Lisa Cavallini, segretaria provinciale Filcams. “L’aumento di retribuzione per i farmacisti non va considerato un costo ma il riconoscimento della professionalità che è stata dimostrata in questi anni”. Il problema, ha affermato la sindacalista, è che se la parte datoriale continuerà nel suo atteggiamento di chiusura davanti alle legittime e sacrosante istanze dei farmacisti dipendenti, sarà inevitabile una sempre più marcata disaffezione da parte dei giovani per questa professione. “Già oggi si fatica a trovare personale,anche per le aziende che vogliono assumere, e la tendenza rischia di consolidarsi”  ha detto Cavallini al riguardo.

Al termine degli incontri in comune, Luca Cimarelli, il presidente di Ferrara Holding Servizi Srl, la società cui compete la gestione e valorizzazione delle partecipazioni societarie del Comune di Ferrara, Afm compresa, si è impegnato a riassumere le posizioni dei rappresentanti dei lavoratori con una lettera ad Assofarm. Obiettivo dichiarato, quello di vfavorire in qualche modo la  riconvocazione del tavolo delle trattative per il rinnovo del Ccnl.

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