Periodo-no per WBA: dopo il calo dell’utile trimestrale, salta la vendita di Boots UK

Periodo-no per WBA: dopo il calo dell’utile trimestrale, salta la vendita di Boots UK

Roma, 5 luglio – Stelle decisamente poco propizie, quelle che incrociano il cielo della catena di farmacie Walgreens Boots Alliance, che come già riferito la scorsa settimana dal nostro giornale ha registrato un calo superiore al 70% nell’utile trimestrale, danneggiato dall’accordo sugli oppioidi con la Florida (con il pagamento di 683 milioni di dollari per le accuse di aver aggravato la crisi degli oppioidi nello Stato) e da una diminuzione delle vendite di farmacie negli Stati Uniti a causa del calo della domanda di vaccinazioni contro Covid 19.

Walgreens ha fatto affidamento sui guadagni derivanti dalla somministrazione dei vaccini anti-Covid per compensare le perdite dovute ai bassi volumi di prescrizioni e alle vendite da banco di prodotti per la salute e il benessere negli ultimi trimestri a causa della pandemia. Tuttavia, dopo che un’impennata di casi di Covid causata da Omicron ha contribuito ad aumentare la domanda di vaccini e test, la domanda si è assottigliata da gennaio.

WBA aveva previsto 30 milioni di vaccinazioni Covid quest’anno presso i suoi siti. Nel terzo trimestre, ha somministrato circa 4,7 milioni di dosi di vaccini e venduto 3,9 milioni di test. Nel trimestre precedente ha somministrato 11,8 milioni di dosi di vaccini e venduto 6,6 milioni di test. L’utile netto dell’azienda attribuibile a Walgreens è crollato a 289 milioni di dollari (33 centesimi per azione) nel terzo trimestre conclusosi il 31 maggio, contro gli 1,2 miliardi di dollari, (1,38 dollari per azione) di un anno prima.

Ma per il colosso globale della distribuzione e del retail farmaceutico non è l’unica cattiva notizia: sembra infatti destinata a cadere la prospettiva di una vendita delle farmacie inglesi della Boots, catena di 2200 esercizi acquisiti nel 2014 (RIFday ne aveva  già riferito a inizio dicembre 2021, riportando voci provenienti da fonti della City). L’asta per vendere la catena al miglior offerente si è di fatto subito arenata: a fronte di una richiesta di base di 7 miliardi di sterline avanzata da WBA, è arrivata un’offerta di potenziali acquirenti (una cordata tra il fondo americano Apollo e il colosso indiano Reliance Industries) di circa 5,5 miliardi di sterline. Troppo bassa per essere presa in considerazione, a giudizio di WBA, che aveva acquisito la catena Boots  otto anni fa per 9 miliardi di sterline.

La vendita delle farmacie della storica insegna inglese, dunque,  anche alla luce di una situazione dell’economia mondiale e dei mercati finanziari certamente poco favorevole, viene al momento messa in stand by, e gli analisti si interrogano su cosa WBA deciderà di fare di un asset certamente di enorme rilievo e valore che però – negli ultimi anni – ha dato più problemi che soddisfazioni, Visualizza immagine di originecome dimostrato dal “piano di ristrutturazione” con il quale due anni fa venne prevista la chiusura di 200 farmacie e un consistente taglio al personale (quattromila posti di lavoro in meno). Della mancata vendita di Boots UK e dei suoi possibili retroscena e significati riferisce più diffusamente in Italia il webmagazine PharmacyScanner.

I vertici WBA, in ogni caso, professano fiducia: i pur deludenti risultanti del terzo trimestre 2022 sono stati definiti dalla chief executive officer del gruppo Rosalind Brewer (nella foto) “ampiamente in linea con le nostre aspettative, e dimostrano la resilienza del nostro business grazie alle profonde connessioni con le comunità e alla rilevanza assunta per i consumatori”.  E la stessa Ceo si è detta convinta che,  “anche a seguito della decisione di concludere la revisione strategica di Boots,  le nostre azioni strategiche stiano funzionando, e che potranno portare valore agli azionisti nel lungo periodo”.

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