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venerdì 11 Ottobre 2024
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Giornata mondiale del diabete, malattia che in Italia colpisce 3,5 milioni di persone

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Roma, 14 novembre – In tutto il mondo si celebra oggi  – giorno e mese di nascita del chirurgo ortopedico canadese Frederick G. Banting, che anche grazie alle capacità chimiche del suo assistente Charles Best  isolò nel 1921 l’insulina –  la Giornata mondiale del diabete.

Tema della ricorrenza, scelto dall’International Diabetes Federation, è l’accesso alle cure per tutti: nel mondo sono ancora milioni le persone diabetiche che ancora non riescono a ottenere le terapie disponibili. L’obiettivo della Giornata del diabete 2022 è appunto quello di stimolare i governi a investire maggiormente nella cura e nella prevenzione e nella diagnosi precoce affinché tecnologie, farmaci e supporto siano a disposizione di tutte le persone con diabete.

Il diabete, per l’Organizzazione mondiale della sanità, resta infatti una priorità globale per tutti i sistemi sanitari, con una prevalenza in continua crescita: nel mondo si stimano oltre 530 milioni di adulti con diabete, numero destinato ad aumentare a 640 milioni nel 2030. In Europa la malattia interessa circa 60 milioni di adulti.

Nel nostro Paese, dati Istat del 2020 stimano una prevalenza del diabete pari a circa il 6% della popolazione che corrisponde a oltre 3 milioni e mezzo di persone. Il diabete di tipo 2, detto anche diabete dell’adulto, è il più frequente e rappresenta il 90% dei casi della malattia. Il diabete di tipo 1detto anche diabete giovanile o insulino-dipendente, rappresenta circa il 10%. Nel biennio 2020-2021, secondo i dati del Sistema di sorveglianza Passi dell’Istituto superiore di sanità, poco meno del 5% della popolazione adulta di 18-69 anni ha riferito una diagnosi di diabete. L’indagine non specifica tra diabete di tipo 1 e diabete di tipo 2.

La prevalenza di diabetici cresce con l’età (è il 2% tra le persone con meno di 50 anni e sfiora il 9% fra quelle di 50-69 anni). È più frequente fra gli uomini che fra le donne (5,1% vs 4,2%). L’86% delle persone con diabete ha dichiarato di essere sotto trattamento farmacologico per il controllo del diabete, la gran parte (79%) con ipoglicemizzanti orali e circa un1 paziente su 4 con insulina.

L’evoluzione della curva epidemiologica, che sembrava aver raggiunto un plateau prima della pandemia Covid 19, sulla base di dati recenti fa temere un ulteriore significativo aumento della prevalenza della malattia, legato anche alle conseguenze della pandemia. Comprensibile, dunque, il fortissimo impatto della malattia sul sistema sanitario: l’ultima edizione del Rapporto Arno diabete, anticipata dalla Società italiana di diabetologia (Sid) proprio alla vigilia della Giornata mondiale, quantifica in 10 miliardi di euro, ovvero circa il 10% del Fondo sanitario nazionale, la spesa complessiva annuale  a carico del Servizio sanitario legata al diabete. La cifra, precisano gli esperti, rappresenta tuttavia un “dato virtuale, perché fa riferimento a tariffe (prezzi) più che costi effettivi che sono certamente superiori”.

La composizione della spesa è da riferire per metà ai ricoveri e meno del 15% all’acquisto di farmaci e dispositivi diagnostico-terapeutici specifici per il diabete. In generale, la stragrande maggioranza della spesa è attribuibile alle complicanze. Le prescrizioni di farmaci per le persone con diabete sono infatti più del doppio rispetto alla popolazione senza diabete; anche le prestazioni ambulatoriali diagnostiche o terapeutiche sono del 50% superiori. Le persone con diabete vengono anche ricoverate il doppio rispetto ai non diabetici e la loro permanenza in ospedale durante un ricovero è più lunga.

Quanto ai farmaci usati per la terapia del diabete, emerge inoltre dal Rapporto, solo il 25% dei diabetici viene trattato con quelli più moderni, mentre una percentuale consistente di pazienti (circa il 30%) continua ad assumere farmaci come sulfaniluree e glinidi, categorie di farmaci attualmente considerate di terza-quarta linea dalle linee guida correnti. I nuovi farmaci, avvertono i diabetologi, “possono essere prescritti ancora solo dagli specialisti e questo impedisce l’accesso all’innovazione a quei pazienti che non afferiscono mai ai centri diabetologici”. Ma c’è di più: preoccupa il fatto che quasi un diabetico su quattro non faccia nel corso dell’anno nemmeno un esame del sangue per valutare parametri di laboratorio essenziali nel monitoraggio della malattia e che uno su tre non effettui alcuna visita specialistica.

La grande diffusione del diabete determina, quindi, la necessità di porre sempre maggiore attenzione alle tematiche della prevenzione primaria e secondaria (attraverso la diagnosi precoce) e sulla necessità di migliorare le conoscenze e la consapevolezza delle persone per arginare l’epidemia di diabete nel mondo. La prevenzione primaria del diabete di tipo 2 si identifica con la promozione di stili di vita corretti finalizzati anche alla prevenzione dell’eccesso ponderale. L’adozione di uno stile di vita sano e attivo può prevenire fino all’80% dei casi di diabete di tipo 2, che, se trascurato può, causare malattie cardiache, cecità, amputazioni, insufficienza renale, morte precoce.

Nel diabete di tipo 1 la prevenzione si identifica con la diagnosi precoce. In entrambe le tipologie di malattia l’adeguata gestione della patologia da parte del paziente e del team diabetologico ne consente il controllo ottimale e la riduzione delle complicanze.

In occasione della giornata mondiale verranno messe in atto diverse iniziative, volte alla sensibilizzazione dell’importanza di garantire l’accesso alle cure per il diabete in tutto il mondo, colorando di blu monumenti e edifici storici per attirare l’attenzione delle comunità sul problema.

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